Trivellazioni, sindaco Santa Marina Salina si appella all’Unesco: “Intervenga su Governo nazionale”

Nuovo e deciso intervento del sindaco di Santa Marina Salina, Massimo Lo Schiavo, in merito alla liberalizzazione delle trivelle nei mari di Sicilia. Dopo l’appello lanciato al presidente della Regione Siciliana, il primo cittadino eoliano ha coinvolto nel dibattito sul tanto contestato decreto Sblocca Italia direttamente l’Unesco. In una nota inviata a Giovanni Puglisi, presidente della Commissione italiana per l’Unesco, il sindaco ha ribadito le perplessità, sue e di tanti altri amministratori locali, in merito alla scelta del Governo nazionale di semplificare le procedure per le attività di scavo avocando esclusivamente a sé sia la prerogativa di autorizzare le trivellazioni in terra ed in mare sia di individuare le aree a questo preposte.

Massimo Lo Schiavo
Massimo Lo Schiavo

“La Sicilia – sottolinea Lo Schiavo nella nota – con i suoi 6 siti attualmente inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità, rappresenta una delle regioni italiane che, più di altre, contribuisce in maniera decisa a fare dell’Italia la nazione più rappresentata nell’elenco mondiale, con i suoi 50 siti Unesco. Le molteplici peculiarità naturalistiche del territorio, la grande storia della Sicilia e le sue attrattive culturali sono ben raccontate praticamente in ogni angolo della regione e fanno della stessa un patrimonio da tutelare nel suo complesso, quasi un macro sito degno probabilmente di per se di far parte della World Heritage List”.

Le ripercussioni che la liberalizzazione delle trivelle potrebbero avere sulla naturale ed antica vocazione della Sicilia all’accoglienza preoccupano Lo Schiavo: “L’articolo 38 dello Sblocca Italia rappresenta plasticamente una di queste scelte non condivisibili. Il rischio che molti luoghi vengano deturpati e snaturati appare evidente: chi agisce legittimamente ma spinto da logiche esclusivamente economiche, difficilmente troverà il tempo di soffermarsi sulla natura, sulla storia e sulla vocazione di un territorio e su come tutelare lo stesso. Altrettanto evidente è il rischio di commettere in Sicilia errori già commessi nel recente passato quando, in nome dell’industrializzazione a tutti i costi, chilometri e chilometri di coste sono stati destinati e consegnati, in molti casi scelleratamente ma sempre con scelte imposte ed insindacabili, agli impianti di raffinazione del petrolio ed alle installazioni petrolchimiche”.

Da qui la richiesta del sindaco affinché la Commissione Italiana per l’Unesco intervenga in maniera decisa sul Governo nazionale perché lo stesso riconsideri il provvedimento ripartendo dalla concertazione con le Regioni e con gli enti territoriali interessati: “Il pericolo è serio, grida d’allarme sono già state lanciate da più parti ed appare necessario intervenire rapidamente. I cittadini, direttamente ed attraverso chi li rappresenta, hanno il diritto di essere coinvolti in scelte così importanti e che andranno a pesare, se sbagliate, esclusivamente sulle loro spalle e sulle spalle delle generazioni future”.

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