Comune e Cmdb contro vendita all’asta delle case popolari: “In città problema per 1.500 famiglie”

Renato Accorinti e Cambiamo Messina dal Basso contro il decreto del Governo Renzi che, in applicazione della legge 80/2014, prevede la vendita all’asta della case popolari ai normali prezzi di mercato.

“L’Amministrazione comunale – precisano il sindaco e l’assessore al ramo, Sergio De Cola – ritiene prioritaria un’azione che tuteli gli attuali assegnatari di alloggi di edilizia sociale che, per definizione, appartengono alle classi più deboli della nostra società. La revisione della legge, che regola accesso e permanenza nelle case popolari, di fatto peggiora la condizione degli assegnatari: non applica forme di tutela per gli sfrattati e vanifica in gran parte le leggi regionali e nazionali sulla morosità incolpevole. Il problema abitativo è oggi una delle grandi criticità del nostro Paese. L’attuale decreto potrebbe favorire l’acquisizione degli alloggi da parte di soggetti che certamente non appartengono alle fasce sociali interessate dal problema abitativo e questo peggiorerebbe ulteriormente la già critica situazione che solo nella città di Messina interessa circa 1.500 nuclei familiari. Il rischio, a cui espone il decreto, è quello di indebolire sensibilmente la tutela per le classi sociali più fragili alimentando, certamente, la tensione sociale”.

Parallelamente, Cmdb comunica la volontà di aderire “alle assemblee e manifestazioni in difesa del diritto alla casa, contro la proposta di decreto avanzata dal ministro delle Infrastrutture Lupi, che prevede la dismissione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, cioè alloggi Iacp e comunali”.

“Mettere all’asta uno dei beni indispensabili a una vita dignitosa – affermano gli esponenti del movimento – non è una soluzione estrema alle voragini dei bilanci, ma una scelta criminosa del governo attuale, uno schiaffo alla miseria in cui sono piombati progressivamente gli italiani, con un susseguirsi di provvedimenti che hanno precarizzato il lavoro e distrutto l’impresa. Chiedere a coloro che sono stati già vittime di misure scriteriate, fra tagli e tasse esponenzialmente aumentate, di abbandonare l’unico bene concessogli, è un atto gravissimo politicamente e umanamente, che avvalora l’idea di uno stato troppe volte assente nel provvedere ai bisogni sociali e invece solerte nel riscuotere anche ciò che non gli spetta. La proposta del ministro Lupi ci conferma l’incondivisibile volontà del governo Renzi già profilatasi in questi mesi di far scontare la crisi e tutte le sue conseguenze alle fasce più deboli, agli enti locali, ai comuni. A tutto questo ci opponiamo con forza”.

“Dopo una proficua interlocuzione con l’Unione Inquilini, la decisione di condurre insieme questa importantissima battaglia è giunta unanime e spontanea”, fanno sapere i rappresentanti di Cmdb. “Per questo – aggiungono – sosterremo in consiglio comunale le iniziative che si muoveranno in tal senso, parteciperemo e organizzeremo assieme ai cittadini le assemblee popolari sul tema e ci troverete con i banchetti per la raccolta firme con cui chiediamo il ritiro della proposta di decreto e che Regioni e Comuni non diano il consenso alla sua approvazione”.

I primi appuntamenti saranno il banchetto a piazza Del Popolo, a partire dalle 9 di domenica 14 dicembre, e l’assemblea popolare che si terrà in via Chiesa Vecchia (ex Posta Camaro Superiore) nei locali dell’associazione Cameris, lunedì 15 alle 17,30.

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