Sbarco di Santo Stefano, Protezione civile smaschera il Comune: “Vertici istituzionali irrintracciabili”

Amministrazione comunale “irrintracciabile nei suoi vertici istituzionali sia da parte del dirigente del Servizio sia dalla sala operativa regionale”. A proferire simili parole è la Protezione civile regionale, attraverso una nota stampa, replicando alle accuse formulate ieri dal prefetto di Messina, dopo lo sbarco di quasi 900 migranti, il giorno di Santo Stefano, e aggiungendo che “è fuor di dubbio che alcuni aspetti relativi alla vicenda migranti necessitino di opportuni approfondimenti”.

“L’eccezionalità dell’evento – ha scritto Stefano Trotta – atteso il numero elevato di profughi sbarcati, avrebbe richiesto un supporto maggiore anche da parte del Comune di Messina e del dipartimento regionale di Protezione civile”.

“Spiace rilevare – si legge nella replica – che il prefetto di Messina abbia sollevato osservazioni circa l’operato della Protezione civile regionale inerente le attività di soccorso ai migranti del 26 dicembre 2014. Senza voler innescare inutili polemiche, si ritiene opportuno precisare che alla richiesta di supporto formulata la sera del 25 dicembre il Servizio di Messina ha subito avviato i contatti con l’amministrazione locale e le organizzazioni di volontariato di protezione civile. Come è noto gli interventi di soccorso ai migranti, gestiti sotto il coordinamento delle Prefetture, non sono né interventi in emergenza né interventi a costo zero. E’ doveroso fare queste precisazioni trattandosi di eventi che ricadono, sotto il profilo dell’assistenza sanitaria, tra le competenze delle strutture preposte (e non alla Protezione civile regionale) e, sotto il profilo logistico, tra le competenze dell’amministrazione locale che vi provvede tramite le strutture di volontariato presenti sul territorio”.

“Se ieri (l’altro ieri per chi legge, ndr) – proseguono i vertici della Protezione civile regionale – l’amministrazione comunale (irrintracciabile nei suoi vertici istituzionali sia da parte del dirigente del Servizio sia dalla sala operativa regionale) non ha garantito il necessario supporto, è evidente che esiste un problema che non può ascriversi alla sfera di competenze della Protezione civile regionale e soprattutto non trasferisce ad essa le responsabilità. Se ieri (sempre l’altro ieri per chi legge, ndr) la Cri è intervenuta lo si deve anche all’esistenza di un protocollo di intesa che le attribuisce sia responsabilità sia risorse economiche, poiché ogni intervento umanitario, comunque, prevede spese che devono in qualche modo essere riconosciute, e per quanto ci riguarda non esistono volontari di serie A e volontari di serie B”.

Nonostante tutto, si apprende ancora, “le associazioni della Misericordia hanno garantito il proprio supporto così come è stata garantita la presenza di un funzionario della Protezione civile regionale ed attivata un’associazione per garantire il supporto con un gruppo elettrogeno richiesto dalla Prefettura (non intervenuta per cessate esigenze). Anche la Consulta delle associazioni di volontariato, con la quale il Servizio di Messina ha mantenuto i contatti, aveva sul posto referenti per verificare le necessità di supporto logistico. Come sempre in ogni situazione emergenziale – recita infine la nota – il servizio regionale di Protezione civile ha assicurato, assicura e continuerà ad assicurare, senza platealità, la propria presenza ed il proprio supporto per dovere morale e istituzionale con lo spirito di collaborazione che contraddistingue le relazioni con la Prefettura e gli altri enti, ma è fuor di dubbio che alcuni aspetti relativi alla vicenda migranti necessitino di opportuni approfondimenti”.

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