Replica al sindacato giornalisti, Accorinti nega: “Nessun attacco proditorio”. Ma i fatti dicono altro

“Respingo decisamente l’accusa di vedere nemici nella stampa. Nessun attacco proditorio è stato messo in campo in nessuna occasione nei confronti dei rappresentanti del mondo dell’informazione”. Renato Accorinti replica così ai rappresentanti messinesi dell’Associazione Siciliana della Stampa (in foto, la sede del sindacato) in merito alle accuse rivolte ai mass media locali nel corso dell’incontro con i giornalisti dello scorso giovedì 8 gennaio, a palazzo Zanca.

“Resto assolutamente convinto – afferma in una nota diramata dalla propria segreteria – dell’importanza dei media e della necessità di preservarne sempre l’autonomia e la libertà di espressione. La libertà di stampa è il prerequisito essenziale e determinante per la correttezza e la crescita di una comunità civile: l’impegno personale e di questa Amministrazione sarà sempre indirizzato alla massima tutela di questo fondamentale presidio. Il ricorso continuo da parte della nostra Giunta alle conferenze stampa è la conferma del riconoscimento del ruolo primario che i giornalisti svolgono, ne siamo certi, nell’interesse di tutta la cittadinanza”.

“Reputo evidentemente inadeguato il richiamo ai tristissimi episodi che in questi giorni si sono drammaticamente ripetuti in Francia e per il quali manifestiamo profondo dolore e indignazione”.

“Nel confermare la volontà di mantenere il corretto rapporto con tutti gli organi d’informazione, auspicando sempre una chiara distinzione tra i fatti e le opinioni, nell’interesse dei lettori e di tutti i cittadini, si dà ampia disponibilità per un confronto aperto che elimini ogni pregiudizio, che non può essere consentito da nessuna parte provenga”.

Le dichiarazioni del sindaco di Messina appena riportate sono perfettamente fedeli per qualità e quantità a quanto da lui proferito. Proprio perché è costume di questa testata, come più volte dimostrato, non censurare nessuno. Proprio per questo, una volta soddisfatto ampiamente il sacrosanto diritto di replica, si cede la parola ai testimoni. Testimone di quanto accaduto lo scorso 8 gennaio è, per esempio, chi vi scrive. E quello del primo cittadino, duole ammetterlo, è stato un attacco non solo proditorio – ampiamente documentato anche dai video apparsi su altri autorevoli quotidiani online – ma soprattutto destituito di qualunque fondamento.

Le testate locali si sono limitate a esercitare il proprio diritto/dovere di cronaca, riportando il dissenso di movimenti (Cmdb) e partiti (Prc) nei confronti dell’annunciato e poi dimissionario assessore Elio Conti Nibali. Dissenso confermato ieri proprio da Cambiamo Messina dal Basso nel corso di un’ulteriore conferenza stampa. Quindi è assolutamente falso che la retromarcia del leader di Indietrononsitorna sia stata generata “dal clima fatto di pregiudizi, offese e contrapposizioni alimentato da certa stampa”. Nella versione originaria del documento diramato dalla Giunta si parlava genericamente di stampa.

Questi sono fatti abbondantemente documentati e non opinioni. Come è un fatto che il sindaco abbia dimostrato di non leggerli realmente i giornali, ignorando le reali posizioni prese da ogni singola testata sulla designazione dell’ex presidente del Città di Messina.

Ancora è un fatto che il sindaco, sia attraverso telefonate che sms, proprio perché potesse dire la propria sulla vicenda, sia stato lungamente cercato, insieme al proprio portavoce, Gianpiero Neri, da Eleonora Urzì di Messina Ora, per tutta la giornata dello scorso lunedì 5 gennaio. Il primo cittadino non si è mai degnato di offrire un riscontro. Il portavoce, dopo un’iniziale risposta nel corso della quale ha rimandato tutto a un ulteriore contatto telefonico, si è totalmente dileguato. Proprio lunedì, alle 21 circa, è stato diramato l’asettico comunicato con la proclamazione ufficiale del nuovo componente dell’esecutivo.

A proposito, poi, di “riconoscimento del ruolo primario” dei giornalisti, è assodato che questa Amministrazione comunale avalli le scelte del consiglio di amministrazione e del soprintendente di un’istituzione, il Teatro Vittorio Emanuele, che non rispetta la legge 150/2000 sull’organizzazione degli uffici stampa negli enti pubblici.

E’ invece un’opinione – va precisato proprio per non ingenerare confusione nei lettori – che la distensione non si ottiene negando la verità. Sui giornalisti vengono scaricare responsabilità, non è la prima volta, che non appartengono loro. Il che non significa che la stampa non sbagli mai ma solo che non ha sbagliato nella circostanza. Dire a parole di credere nel ruolo dell’informazione e poi agire diversamente, senza trovare il coraggio di ammettere di aver preso un abbaglio, non vale. Difficile dire se Accorinti sia affetto dalla sindrome di Fonzie, che non riusciva a proferire l’espressione “ho sbagliato”. Fatto sta che non esiste proprio alcun pregiudizio. Anzi. Sin dal giorno della propria elezione, come ha giustamente ricordato la consigliera dell’Ordine siciliano dei giornalisti e cronista di Rtp, Gisella Cicciò, questo sindaco ha goduto di un credito mai accordato a nessuno prima, in questa città. (@FabioBonasera)

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