Tassa di soggiorno, SìAmo Messina: “I conti non tornano”. Faranda ricorda quando Perna voleva andare in Questura

Che fine hanno fatto i proventi della tassa di soggiorno? Se lo chiede SìAmo Messina, in un’interrogazione rivolta agli assessori comunali al Turismo, Antonino Perna, e al Bilancio, Guido Signorino. A presentare il documento in conferenza stampa, questa mattina a palazzo Zanca, il capogruppo in Consiglio comunale, Fabrizio Sottile, il capogruppo nella quinta Circoscrizione, Valerio Anastasi, e quella della quarta, Maria Fernanda Gervasi.

“Sebbene non particolarmente ingente – rileva Sottile, partendo dall’importanza della valorizzazione della vocazione turistica del territorio – il gettito della tassa può comunque servire, soprattutto alla luce dei problemi di liquidità denunciati dall’assessore Perna, impossibilitato perfino a pagare la Siae per il concerto della notte di Capodanno”. Anastasi ricorda che la tassa è stata deliberata nel settembre 2012 ed è in vigore dal 2013: “La devono corrispondere i non residenti a esclusivo beneficio del turismo. L’articolo 14 del regolamento prevede l’istituzione di un laboratorio di sviluppo turistico che stabilisca come impiegare le risorse”. Ammesso che si trovino.

A insinuare il dubbio è Gervasi: “Secondo i dati dell’ufficio Statistica del Comune, nel 2013 a Messina sono stati registrati 86.876mila pernottamenti; 37.496 in alberghi a 4 stelle, 15.410 in quelli a 3, 5.101 in quelli a 2, 4.289 in quelli a una sola stella”. Sono 11.276 coloro che hanno dormito in B&B, ostelli e quant’altro. “La tassa va da 50 centesimi a 5 euro”, ricorda Sottile. Per gli alberghi a 4 stelle – a Messina non ce n’è nemmeno uno a 5 – si pagano 2,50 euro a persona, bambini esclusi. “Quindi il Comune – fa notare Gervasi – avrebbe dovuto incassare oltre 93mila euro. Invece, nel conto consuntivo 2013 ne sono messi a bilancio appena 51.690. E’ frutto di un difetto di comunicazione tra l’ufficio Statistica e quello Tributi?”.

“A Perna e Signorino – rincara Sottile – chiediamo che fine abbiano fatto questi soldi. Sono stati incassati? Il 50% è stato destinato, come da regolamento, all’Atm per finanziare i trasporti turistici? Il laboratorio si è mai insediato?”. Domande alle quali, almeno parzialmente, dà risposta Daniela Faranda: “Noi del Ncd – racconta – mesi fa avevamo già sollevato la questione, insieme a quella della moneta complementare. Perna, intervenuto in commissione, ci disse di non sapere che fine avessero fatto i fondi e di essere intenzionato a rivolgersi alla Questura”. (@FabioBonasera)

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