#Vipera: Quirinale, fumata bianca senza sorpresa. Supporters e detrattori “ma de che?”

L’elezione del nuovo Presidente della Repubblica è al centro dei botta e risposta tra internauti in queste ore: mentre su Facebook si assiste al solito falò delle banalità, a Twitter, invece, sono riservati gli sfoghi o i plausi diretti a questo o quel partito (se non direttamente ad uno o più membri del “circolo dei grandi elettori”) che i followers del Belpaese non riescono a tenere bloccati tra le dita.

In questo cocktail di opinioni e dichiarazioni, ci sono alcune cose che proprio non riesco a comprendere.

È il sabato di Sergio Mattarella, la sua elezione non era in discussione, anzi era così scontata che i titoli dei giornali già davano per certa la fumata bianca stamattina.

Dopo che per giorni dubbi opinion leader avevano invaso i salotti tv di qualsivoglia genere di programma (da Porta a Porta a Bim Bum Bam), tracciando il profilo del futuro ospite del Quirinale, e che commentatori più o meno competenti avevano cercato di decifrare – o talvolta giustificare – le assurdità messe in scena dai partiti che hanno dato il peggio di sé, c’è chi gongola e gioisce o si indigna e protesta anzitempo per ragioni che, in un senso e in un altro, realmente mi sfuggono.

C’è chi si è emozionato pur non avendo idea di chi sia Sergio Mattarella;

chi gli ha riconosciuto già enormi meriti e valori in quanto siciliano e fratello di una vittima di mafia: ecco questa è la parte più interessante perché io mai e poi mai comprenderò perché l’essere donna o giovane o un toccato dalle tragedie faccia di un individuo un portatore di valori. O perché questi aspetti costituiscano, di fatto, nella nostra strana società, una referenza.

Non comprendo la felicità e l’entusiasmo di chi si identifica in dei partiti che hanno votato male o non votato affatto per ben tre volte, tanto per aggirare la Costituzione e arrivare a far bastare una maggioranza assoluta (facendosi beffa dell’art. 83 della Carta, che punta a garantire la massima trasversalità delle preferenze affinché il Presidente sia scelto dai 2/3 dell’assise dei grandi elettori, chiamati a identificare una figura che ritengano davvero super partes e garante di tutti!);

di chi elogia l’ex ministro oggi uomo del giorno perché arriva dalla DC, quella stessa DC che non piaceva ai più fino a mezz’ora prima perché, specie se si pensa allo scudo crociato siciliano della Prima Repubblica, non rievoca certo belle memorie.

Non comprendo chi acclama il presidente del popolo giacché proprio il popolo nulla c’entra in questa decisione.

Popolo che non sceglie il governo;

popolo che ha eletto una maggioranza democrat tanto striminzita, al punto da costringere i vincitori ad allearsi addirittura con gli allora fuoriusciti dal Pdl pur di sopravvivere, alternando di volta in volta al trono ben tre vertici in meno di due anni (Bersani, Letta jr., Renzi) e stringendo patti – del Nazareno – con il “nemico” storico (o padre putativo del segretario Pd, fate voi) Silvio Berlusconi pur di far passare le riforme…a colpi di fiducia!;

popolo che nel 2013 ha votato con una legge elettorale illegittima (lo dice la Corte Costituzionale che, in versione bella addormentata nel bosco, si è svegliata dal torpore dopo che il Porcellum era in vigore dal 2005) i membri delle Camere che, per la transitiva, sono essi stessi da considerarsi illegittimamente parlamentari  e che, non si capisce chi, abbia inoltre legittimato a discutere e votare il cosiddetto Italicum. Parlamentari che oggi hanno addirittura scelto il Presidente della Repubblica. Loro, gli illegittimi (“poracci” che brutta e spesso ingenerosa etichetta, oltretutto!).

Gli stessi illegittimi che appena una manciata di giorni fa avevano bocciato l’emendamento di Fratelli d’Italia-AN con cui si proponeva il presidenzialismo, ossia l’elezione diretta del Presidente della Repubblica (contrari i partiti di sinistra, Ncd e M5S).

D’altra parte trovo sgradevolissimi e sterili i commenti ex ante di chi punta il dito contro Mattarella giudicandolo già come un pessimo presidente: non credo che alcuno possegga una palla di vetro con cui predire il futuro.

Ma è vero pure che non mi riesce facile capire la ratio che sta dietro l’entusiasmo di chi non è né grande né piccolo elettore, di chi dovrebbe aver compreso che “democrazia” è tutta un’altra cosa rispetto a quella in cui sguazziamo: niente rappresentanza, niente voce in capitolo, niente peso nelle scelte ma solo un gruppo di cittadini alla base della piramide, utili solo per far poggiare da qualche parte un parallelepipedo al cui vertice non c’è di certo un organismo garante dei diritti della comunità.

Lo ha dimostrato (come ultimo in quanto ad apparizione) l’uscente Giorgio Napolitano, lo stesso acclamato e applaudito dalle Camere in seduta comune due giorni fa ed elogiato da quasi ogni parte politica specie nell’ultimo biennio;

lui che è risultato dai sondaggi – a mio avviso inspiegabilmente – godere del beneplacito degli italiani oltre ogni merito (è il Presidente che ha sfruttato il proprio ruolo per uscire lindo dalla faccenda scomoda della trattativa stato-mafia, decidendo che la linea del negazionismo fosse quella che avrebbe dovuto avere la meglio. E così è stato, in barba al diritto alla verità storica, tanto per dirne una… una sola!);

lui che, secondo le testimonianze raccolte da Alan Friedman, sarebbe stato regista di un vero e proprio sovvertimento della volontà popolare, organizzando la caduta di un governo eletto a maggioranza ed imponendo un tecnico e una squadra di “saggi”;

lui che, in tempi di “lacrime e sangue”, esodati e disoccupazione alle stelle si è aumentato lo stipendio.

Si insomma, lui: lui che di certo ha ben dimostrato come il vertice della piramide non sia garante di altri che non appartengano a quella casta per cui il popolino è solo buono a pagare una crisi di cui non ha responsabilità.

Guardando ai fatti odierni, a conti fatti, hanno perso tutti tranne Renzi che è uscito da questa vicenda “quirinalesca” con indosso un vessillo da statista degno del miglior Winston Churchill (paragone da brividi!).

Adesso il premier, come da prassi, rassegnerà le proprie dimissioni rimettendo il mandato al neo inquilino del Quirinale: tranquilli tutti,  come è ovvio, verranno rifiutate! Per ora ci eviteranno nuove farsesche corse alle urne…

Detto questo: giù le mani da Mattarella, ai giudizi si lasci spazio solo dopo averlo visto all’opera. Del resto, potrà mai essere peggiore di chi l’ha preceduto?

@eleonoraurzi

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