Camera di Commercio, dipendenti in agitazione contro il blocco dell’accorpamento. Sindacati, “scelta scellerata”, Confcommercio “lo facciamo anche per voi”

Uffici chiusi domani alla Camera di Commercio di Messina, dove è stato proclamato lo stato d’agitazione dai dipendenti. A comunicarlo è una nota del segretario generale della Camera di Commercio Vincenzo Musmeci: “In considerazione dello stato di agitazione proclamato dal personale dell’Ente in data odierna – si legge – da domani l’accesso al palazzo camerale sarà interdetto al pubblico”.

I lavoratori hanno deciso di occupare ad oltranza la sede dell’ente di piazza Cavallotti.  Per FP CGIL, CISL FP e UIL FPL infatti, la decisione della Regione di bloccare l’accorpamento della Camera di Messina con  Catania, Ragusa, Siracusa, rischia di mettere a repentaglio il futuro di tutti i dipendenti.

“E’ una scelta insensata e scellerata. Così facendo – scrivono le organizzazioni sindacali – l’ente di piazza Cavallotti, che conta 69 mila imprese iscritte e non 80 mila (così come previsto dalla legge) non potrà accedere al fondo perequativo Si tratta di circa un milione di euro, per ogni Ente camerale, che viene dato da Unioncamere, e che per le Camere di commercio siciliane costituisce la sopravvivenza. Ricordiamo, infatti, che gli Enti camerali in Sicilia fungono anche da enti previdenziali per i propri pensionati: con la progressiva riduzione del diritto camerale annuale voluta dal Governo Renzi e la perdita del fondo perequativo è praticamente impossibile sostenersi e pagare le pensioni ai dipendenti in quiescenza. Ecco perché la volontà espressa dalla Regione ha messo in subbuglio tutto il personale”.

A rischio, secondo quanto sostenuto dai sindacati, non saranno solo le pensioni, ma anche, in un futuro più immediato, gli stipendi: “Se è vero che entro il 28 febbraio Messina non procederà all’accorpamento, già a partire dal mese di giungo i lavoratori potrebbero non avere il loro stipendio. Ed ecco che alle già numerose famiglie in difficoltà di questa città, se ne aggiungeranno delle altre, vittime di uno scontro imprenditoriale e politico che farà solo morti e feriti”.

Per le organizzazioni sindacali, l’unione con le Camere di Catania, Siracusa e Ragusa, sta creando le basi per un suo rilancio. “Purtroppo – scrivono FP CGIL, CISL FP e UIL FPL – non esistono più le condizioni per stare da soli, non abbiamo le potenzialità economiche per farlo e solo chi vive quotidianamente la vita dell’Ente camerale può saperlo. Fin quando non avremo risposte il presidio non verrà smobilitato”.

Una posizione diametralmente opposta da quanto perseguito da Confcommercio che reputa anzi che questa battaglia sia a favore dell’Ente Camerale e delle loro posizioni lavorative.

“La nostra battaglia – dichiara Picciotto di Confcommercio –   è rivolta al mantenimento del fondo perequativo mediante un emendamento alla legge che è in discussione al Senato e che prevede l’estensione del beneficio del fondo alle Camere di Commercio delle città metropolitane. In conclusione, siamo dalla parte dei lavoratori e siamo certi che insieme salveremo la nostra Camera di Commercio”.

“Voglio tranquillizzare i dipendenti – ha continuato il presidente dell’organizzazione che rappresenta i commercianti –  perché la nostra battaglia è anche funzionale alla salvaguardia delle rispettive posizioni lavorative. Tuttavia, non va perso di vista l’obiettivo principale della nostra lotta che è quello di preservare il tessuto produttivo della nostra provincia e, in modo particolare, gli imprenditori che, in fondo, sono i veri datori di lavoro dei dipendenti dell’Ente camerale”.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it