Nasce prematuro e muore al Policlinico di Messina, dopo un’odissea in tre diversi ospedali

Per la stampa è già un nuovo “caso Nicole”. Si tratta di Mattia, un neonato nato prematuro lo scorso 20 gennaio,   morto  venerdì nel Policlinico di Messina dove era stato trasferito d’urgenza dall’Utin dell’Umberto I di Siracusa per presunti problemi respiratori. Sul decesso il legale dei genitori, l’avvocato Dario Pastore, come scrive Livesicilia, ha presentato un esposto alla Procura di Catania.

La madre ha avuto la rottura delle acque il 19 gennaio scorso a Bronte, alla 24esima settimana di gestazione, ma è stata trasferita a Siracusa perché nelle Utin di Catania non c’era posto.

Era il secondo figlio di una coppia che vive a Bronte, e che ora attraverso il proprio legale chiede che la magistratura si occupi del caso.  “Potrebbe essere un caso di malasanità – afferma l’avvocato dei genitori, Dario Pastore – Noi vogliamo che sia fatta chiarezza, a tutti i livelli. Abbiamo chiesto il sequestro della salma, che è all’obitorio del Policlinico di Messina, e che sia disposta l’autopsia”.

Alla nascita il povero Mattia pesava 870 grammi e viene subito trattato in terapia intensiva, ma i medici tranquillizzano la mamma: “alla mia assistita dicono che la rottura delle acque è dovuta a un’infezione, ma che per il neonato non ci sono problemi“, racconta l’avvocato Pastore, il quale però precisa anche che il “18 febbraio gli cambiano l’incubatrice“, ma “due giorni dopo ci sono i primi segnali di un aggravamento“.

Dal 20 al 25 febbraio non accade nulla, poi il 25 il piccolo Mattia viene trasferito al Policlinico di Messina, dove – stante a quanto dichiarato dal legale della famiglia – deve essere sottoposto a una “terapia ossidonitrica che a Siracusa non poteva essere fatta“. Tuttavia, “appena arrivato ai miei assistiti viene detto che la situazione era compromessa e che il piccolo stava per morire per un’acidosi metabolica“, racconta l’avvocato. Morte che è intervenuta due giorni dopo, ieri venerdì. “Adesso – spiega il legale – noi vogliamo sapere dalla magistratura se ci sono state responsabilità“.

 

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