Ridolfo, il Pd, la democrazia e il populismo della bandiera

Orfano di bandiere da sventolare, con quella del Pd chiusa nel cassetto in attesa di congressi che non arrivano mentre avanzano nuove “mission” dentro il partito messinese, il nominato segretario provinciale Basilio Ridolfo, da sindaco di Ficarra, ritrova nella Grecia di Tsipras un motivo degno per alzare al cielo il vessillo della democrazia.

Con un tempismo perfetto, da stratega della comunicazione di massa, le cronache dei giornali nazionali hanno diffuso la notizia che nel giorno del referendum indetto dal premier Alexis Tsipras sulle proposte dei creditori di Atene in cambio di ulteriori finanziamenti per il salvataggio del Paese, il Comune nebroideo di Ficarra  ha deciso di far sventolare dal Municipio la bandiera ellenica insieme a quella dell’Italia e dell’Europa.

Un gesto simbolico con il quale  l’intero consiglio comunale, la giunta municipale ed il sindaco, in rappresentanza della comunità ficarrese, hanno espresso ” la loro solidarietà nei confronti del popolo ellenico che ha insegnato la democrazia al mondo intero”.

La bandiera, secondo quanto annunciato da Ridolfo,  rimarrà esposta fino a quando la vertenza greca sarà risolta. Nel frattempo l’esponente del partito democratico che sul fronte siciliano appare schiavo di logiche sempre meno politiche, e che non brilla per democrazia interna (come dimostra la vicenda messinese), ha invitato  gli altri comuni del comprensorio nebroideo ad “esporre dal proprio Municipio la bandiera greca insieme a quella italiana e a quella europea”.

Pensare che la devastazione provocata a un paese dai suoi governanti corrotti possa essere risolta con un referendum e un “no”  ha scatenato reazioni simili a tifo da stadio, come se fosse Grecia contro Europa e non una tragedia reale per un popolo intero che dal giorno in cui questa consultazione e’ stata indetta potrebbe sprofondare nel baratro in qualunque momento.

E’ giusto ricordare anche che il referendum di Tsipras, sebbene passerà alla storia come ottimo esempio di democrazia diretta, presenta diverse ambiguità, sottolineate anche dal Consiglio d’Europa (che non è un organo dell’Ue, ma un’organizzazione internazionale che si occupa di democrazia e diritti umani):  il poco tempo intercorso tra l’annuncio e il voto (inferiore a due settimane), la scarsa chiarezza del quesito referendario, l’incertezza sulle conseguenze dell’esito.

Il voto greco, insomma, nonostante abbia il merito di aver riproposto un ideale monito sul potere democrazia partecipativa, risulta piuttosto in linea proprio con la finta democrazia diretta messa in piedi, ad esempio, da Grillo che da Atene cerca di mettere anche lui la sua bandiera.

Ai  poco nostalgici di bandiere e molto di democrazia non resta che affidarsi a letture fantascientifiche, e riflettere con Arthur Charles Clarke, autore di libri  tra cui 2001 Odissea nello Spazio, che scriveva  “c’è un simbolismo speranzoso nel fatto che le bandiere non sventolino in mancanza d’aria.” (@Palmira.Mancuso)

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