Messina ricorda Pietro Zveteremich, insigne slavista ed intellettuale libero negli anni della Guerra Fredda

Un intellettuale che ha impresso un marchio indelebile nella storia della slavistica in Italia. Pietro Zveteremich, docente di Letteratura Russa per vent’anni all’università di Messina (dal 1972 al 1992), verrà ricordato in una serata a lui dedicata dal titolo “Dalla Poesia alla Rivoluzione” che avrà luogo venerdì 10 luglio alle ore 18:30 presso “la Feltrinelli Point”. All’evento, promosso dall’Associazione Culturale “Messina-Russia”, prenderà parte Erica Zveteremich; verranno letti brani del carteggio tra Zveteremich, Pasternak e Feltrinelli, relativo alla pubblicazione de Il Dottor Zivago, e i versi tradotti in italiano dallo slavista di Marina Cvetaeva, considerata una delle voci più alte della poesia del Novecento Europeo. Le letture -a cura di Gianni Di Giacomo. Francesco Micari e Gaetano Gemelli – verranno alternate a brani musicali, eseguiti al pianoforte dal maestro Demetrio Nunnari.

L’evento ha luogo in concomitanza con la posa dei busti a Pietro Zveteremich e Boris Pasternak la mattina dello stesso giorno presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne del Polo Universitario dell’Annunziata

Chi è Pietro Zveteremich

L’uomo che portò Zivago in Occidente. Si può ben dirlo, visto che fu lui ad avere fra le mani il manoscritto del romanzo di Pasternak e a consigliarne caldamente la pubblicazione a Feltrinelli (1957), provocando un caso diplomatico.

Pietro Antonio Zveteremich non fu soltanto uno studioso accanito della letteratura russa, fu un intellettuale libero e restio ad ogni compromesso. Vicino a Elio Vittorini negli anni del dopoguerra, partecipò alla redazione del Politecnico. Fu iscritto al Partito Comunista per molti anni, mantenendo sempre una posizione critica contro ogni presa di posizione puramente ideologica e contro ogni servilismo nei confronti del PCUS sovietico. Furono frequenti le pressioni su di lui esercitate, in Italia e in Unione Sovietica, per farlo desistere da iniziative editoriali scomode agli apparati.

Traduttore dalla produzione enorme ci ha consegnato nuove edizioni di classici quali Guerra e pace, Anna Karenina, le commedie di Cechov. E’ stato il primo in occidente a pubblicare una raccolta in traduzione (1967) dei versi di Marina Cvetaeva, tra le voci più alte della poesia mondiale del Novecento. Ma soprattutto ci ha fatto conoscere quel filone eversivo, del grottesco, del fantastico, dell’assurdo che percorre tutta la letteratura russa e che negli ultimi decenni dell’era sovietica era diventato di interesse predominante e alternativo alla letteratura di “partito”.

Zvetermich stesso si rese protagonista negli anni ’70 di questo filone, scrivendo Le notti di Mosca, un romanzo di satira pornopolitica, facendolo passare per un’opera arrivata direttamente dall’Unione Sovietica. Anche i russi ci cascarono! In un’università americana adottarono il romanzo addirittura come testo per lo studio della lingua russa moderna!

Ma a Zveteremich dobbiamo anche molto come storico. Il suo libro “Il Grande Parvus” (1988) è una vera e propria rivelazione sulla storia del marxismo e della Rivoluzione russa e non solo. Parvus, pseudonimo di Alexander Israel Helphand, è una figura chiave del marxismo teorico russo e soprattutto è l’occulto artefice dell’Ottobre rosso, l’uomo che promosse con i vertici del governo tedesco il ritorno di Lenin in Russia. Un uomo dalle risorse di pensiero straordinarie, che la storiografia sovietica aveva volutamente rimosso e quella occidentale dimenticato.

Dal 1972 Zveteremich si dedica anche all’attività di docenza e sceglie come sede l’Università di Messina. Lontano dai riflettori, vi insegna con passione e discrezione vent’anni, fino alla sua morte avvenuta il 3 ottobre 1992. Tutta la sua biblioteca personale viene donata, per sua esplicita volontà alla Facoltà di Magistero. Da allora studenti, docenti, appassionati attendono di potervi accedere.

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