Horcynus Summer School in conservazione e restauro delle opere d’arte contemporanee: Luciano Pensabene, “una grande potenzalità”

“Tutta l’arte è stata contemporanea”: un concetto espresso nell’opera-aforisma di Maurizio Nannucci,  sul quale hanno lavorato in queste settimane   i 22 allievi della Horcynus Summer School in conservazione e restauro delle opere d’arte contemporanee, che con grande entusiasmo hanno ritirato gli attestati di partecipazione all’evento formativo di cui oggi è stato tracciato un bilancio nel corso di un incontro con la stampa che si è svolto a Punta Faro. Un momento di riflessione ad ampio raggio su quanto i materiali e le tecniche usate dagli artisti contemporanei, abbiamo creato nuove esigenze di conservazione e restauro, aprendo la strada ad una diversa specializzazione su cui ha puntato la Fondazione Horcynus Orca, creando questo progetto formativo che, viste le potenzialità, diventerà permanente.
Gli studenti della I edizione dell'Horcynus Summer School“Il nostro è un programma ambizioso che segue due obiettivi – ha dichiarato  il presidente uscente della Fondazione Horcynus Orca Gaetano Giunta – quello di aggiungere la stratificazione contemporanea in un luogo che è già una sovrapposizione di storia e arte, e poi di puntare sull’internazionalizzazione, attraverso borse di studio che possano consentire anche a studenti del sud del Mediterraneo di partecipare”.
machoSoddisfatto il direttore della Summer School Gianfranco Anastasio che ha guidato i presenti in un tour all’interno degli spazi museali, dove il lavoro degli studenti ha trovato espressione e concretezza, attraverso il restauro e l’istallazione di molte opere che nel corso degli ultimi 15 anni hanno arricchito la collezione del Macho.
“Il cortocircuito dei linguaggi potenzia lo spazio in un dialogo positivo col passato – ha spiegato Anastasio e non vi poteva essere luogo migliore di questo sito, che fin dall’inizio è stato laboratorio per la creazione di opere Site Specific (realizzate proprio per lo spazio in cui vengono esposte, ndr) da parte di artisti importanti come Emilio Isgrò, o Tsibi Geva, fra i più noti artisti israeliani contemporanei, che ha realizzato l’opera con materiali trovati a Messina”.
“E’ l’inizio di un grande progetto, che racchiude un grande potenziale di sviluppo per il territorio e riporta Messina in una sfera internazionale, al centro del Mediterraneo” – ha infine dichiarato Luciano Pensabene Buemi, messinese d’origine,  conservatore presso la Peggy Guggenheim Collection di Venezia e responsabile dei cantieri assistiti in conservazione e restauro della Summer School. Lo abbiamo intervistato a margine dell’incontro.(@Palmira.Mancuso)

 

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