Ciao Ilaria, è il giorno del silenzio

Una folla commossa ha dato l’ultimo saluto a Ilaria Boemi, la sedicenne stroncata da un mix letale di alcool e droga, la cui vicenda ha colpito l’intera cittadinanza. Palloncini e cartelloni colorati, parole scritte e altre strette nel pianto hanno riempito la Chiesa cristiana avventista di via XXIV maggio, dove sono stati celebrati i funerali, questa mattina alle 10.

La storia di Ilaria ha molto colpito, soprattutto per l’impatto mediatico che ha scatenato un moto di indignazione nell’opinione pubblica, dopo alcune cronache giornalistiche impietose, che hanno riempito le bacheche dei social, dando ulteriormente prova di come nell’era di facebook l’approssimazione nel giudicare e l’apparenza di una realtà letta solo virtualmente abbiano preso il posto di molte serie riflessioni che questa giovane vita spezzata richiede.

Chi ha responsabilità sociali, spesso per evitare l’autogol di risalire alle cause delle ragioni per cui giovani e giovanissimi abusano di alcol e pasticche varie, pensa alla repressione, ai divieti, o a circoscrivere macrofenomeni relegandoli ad ambienti solo esteticamente più identificabili.

E mentre le indagini proseguono, cercando risposte alla concreta esigenza di capire se circolano sostanze tagliate male, che possano mettere in pericolo altre vite, il dolore privato di una famiglia richiede lo sforzo collettivo di mettere da parte giudizi morali e di non cedere all’ipocrisia di chiudere discoteche e lungomari. Richiede silenzio e sensibilità, perchè la ribellione dei sedici anni non può passare attraverso la paura, la fuga dalla realtà, la depressione. La ribellione se nutrita di speranza e amore è lo stimolo più grande ad un mondo di adulti-bambini, troppo impegnati a non crescere, troppo occupati a sopravvivere cercando il benessere secondo modelli ormai consunti dalla storia.

Non è il facile moralismo con il quale molti  sentono di doversi esprimere in questo genere di tragedie la risposta. E di questo bisogna chiedere scusa a Ilaria, a Lamberto e tanti come loro che è difficile ascoltare. Se non facendo attenzione e silenzio. (@Pal.Ma)

 

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it