#Selfbook: la mobilitazione per la compra/vendita di libri diventa occasione di incontro

Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro. (Umberto Eco)

Con questo slogan la Federazione degli studenti a cui si sono aggregati diversi ragazzi di tutti gli istituti messinesi,  presentano ed iniziano la mobilitazione per la compra/vendita di libri che concernono il campo scolastico ma, che toccano le sponde della letteratura in generale. Quest’anno, si svolgerà come sempre davanti a Palazzo Zanca, e sarà l’occasione per affrontare alcuni temi importanti, dalla riforma sulla “Buona Scuola” al diritto allo studio, alternando momenti di dibattito e intrattenimento al classico “mercatino dell’usato”.

Questo il Programma ‪#‎SelfBook‬

6 Settembre: “La Buona Scuola”

-Conferenza sulla “Buona Scuola”

– Compravendita di libri di testo scolastici. Ovviamente sono i partecipanti all’evento che si preoccuperanno autonomamente di questa sessione

7 Settembre: “Arte e Cultura”

-Esibizione gruppo di danza

-Esibizione gruppo messinese rap “20 rime”

– Esposizione opere d’arte di ragazzi del Basile

8 Settembre: “SelfBook”

-Discorso sull’importanza della lettura nel XXI secolo

-Discorso sul “BookSharing” tenuto dai ragazzi che hanno ideato il progetto di Piazza Cairoli

-BookSharing autonomo tra partecipanti all’evento

– “SelfieBook”. Un selfie finale tra tutti i partecipanti all’evento che andrà su internet.

-La giornata è dedicata alla compravendita/scambio di libri di letteratura

“Ogni persona – fanno appello gli organizzatori –  è pregata di partecipare all’evento con un libro che ha segnato o rappresenta in maniera particolare la propria vita, così da favorire la comunicazione interpersonale. L’organizzazione si preoccuperà della gestione della situazione ambientale, ma le responsabilità restano personali. Ulteriori dettagli potrebbero essere sviluppati nei giorni seguenti sull’evento”.

“Negli anni passati  – si legge in un comunicato – il “mercatino dei libri” messinese era un motivo di ritrovo e di confronto dove dibattiti e piccole conferenze erano sempre presenti, per gli amanti di Orwell, Shakespeare, Dante, Leopardi, Kant, Montesquieu presentando anche argomentazioni aquisite proprio dai libri e non solamente dagli insegnanti interessandosi in prima persona al concepimento di nuove idee e movimenti – si legge in un comunicato –
Sembra però che, il senso di “rivoluzione” che accomuna annualmente la nostra città, ed assieme ad essa gli studenti di tutta la scuola di Messina e provincia, lo si ritrovi nei mesi che segnano il periodo elettorale. Arrivati ad oggi però, insieme allo scarso interesse da parte dei nostri concittadini nel cercare di “smuovere le acque“ a mancare all’appello, come sempre, è il Diritto allo Studio.
Dopo svariate sedute, ed anni di continui aumenti a carico delle nostre spalle, è stato finalmente approvato il bilancio di previsione del Anno Scolastico 2015/2016 che vede, ancora una volta, non la negazione di un diritto, ma bensì l’umiliazione nei confronti di quest’ultimo così come la dignità e i diritti di migliaia di studenti e famiglie. Più gli anni passano, più gli assegni sui nostri conti correnti sono da bollino rosso. Tutti coinvolti, dunque, in questo rito di inizio anno scolastico che, puntualmente, mette in crisi il portafoglio.
Da anni il prezzo della dotazione libraria in alcune classi è esagerato. A mio modesto parere la colpa è attribuibile anche agli editori delle case librarie che, approfittando delle “riforme epocali” pubblicano a raffica nuove edizioni costringendo le famiglie a ricomprare i libri e a non poter vendere le precedenti per bilanciare le spese.
Ovviamente i soliti benpensanti si stracciano le vesti: le famiglie spendono migliaia di euro, per motorini, Smarthphone e vestiti firmati, cosa saranno mai in fondo 600€ per i libri di scuola?
Ecco come la cultura sia diventato un investimento e la scuola un’azienda.
A questi, tuttavia, sfugge il concetto di legalità: se il Ministero emana un provvedimento che dice che noi, studenti di scuola secondaria, non dobbiamo spendere più di 300€ per i libri di scuola, noi abbiamo diritto e pretendiamo di non spendere più di 300€ per i libri di scuola. Delle considerazioni filosofiche e culturali sull’importanza dei libri di testo e sul rinnovamento di quest’ultimi, non ce ne può importare di meno (in questo contesto): le regole si rispettano. Punto.
Allora perché non fare in modo che al Governo non si obblighi di rispettare i tetti di spesa?
L’obiettivo non è quello di dissanguare la scuola ogni anno a furia di rimborsi, ma quello di convincere (o costringere, in caso di mancanza di risorse) dirigenti a rispettare una sacrosanta regola :” Studio senza debiti finanziari”. Se l’Istruzione è un bene primario sancito dalla nostra Costituzione deve essere garantito a tutti e non a quelli che si possono permettere di spendere un capitale per fogli di carta rilegati.
Ed ecco qui il nostro invito – concludono gli studenti –  unire la città nella consolidazione e nell’inseguimento di un “ domani migliore” con noi protagonisti. 
Are you reading to the change? Scendi anche tu in piazza e scegli per TE il tuo avvenire”.

 

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