Riscoprire “Antonello e la cultura del Rinascimento in Sicilia”. Conclusosi con grande partecipazione il convegno

Un confronto vivace e brillante, un’occasione per riscoprire, attraverso interventi di studiosi di altissimo livello, la Messina e la Sicilia di Antonello.

Positivo il bilancio del Convegno Internazionale di Studi “Antonello e la cultura del Rinascimento in Sicilia”, svoltosi venerdì e sabato scorsi, una assise molto partecipata che «ha messo in luce la vivacità della cultura e della società siciliana nel Quattrocento ed ha ribadito come la prima formazione di Antonello deve essere avvenuta a Messina dove giungevano quadri dalle Fiandre e dove emergevano già i primi fermenti di una nuova sensibilità artistica, per poi proseguire a Napoli e a Venezia», come ha sottolineato nelle sue conclusioni il professore Salvatore Bottari, scientifico del convegno, promosso dal Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università di Messina, ALuMnime (Associazione ex-allievi Studiorum Universitas Messanae), Società Messinese di Storia Patria, ERSU Messina (Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario), Associazione Antonello da Messina col patrocinio di SISEM (Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna) e dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti.

Venerdì 23 ottobre 2015, nell’affollata Aula dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, dopo i saluti del direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università di Messina Giovanni Moschella, il coordinatore scientifico del convegno, Salvatore Bottari, ha letto la suggestiva  prolusione di Giuseppe Giarrizzo, accademico dei Lincei e professore emerito dell’Università di Catania.

I lavori sono proseguiti toccando molteplici aspetti della Sicilia tra Quattro e Cinquecento. Mirella Mafrici, dell’Università di Salerno ha parlato dell’offensiva turca verso il Mediterraneo dalla caduta di Costantinopoli  (1453) alla battaglia di Lepanto (1571), Bottari si è soffermato sui rapporti culturali e commerciali tra Sicilia, Mediterraneo e Nord-Europa, Giuseppe Restifo, ordinario di Storia Moderna nell’Università di Messina, ha affrontato la questione della ripresa demografica di Messina dopo i contraccolpi della peste nera del 1347, la studiosa napoletana Maria Sirago ha trattato il tema della pirateria barbaresca.

Per il grande afflusso di pubblico, nel pomeriggio i lavori sono ripresi nella più ampia aula magna dell’Università di Messina con la dottissima dissertazione di Andrea Romano sulla cultura giuridica, per proseguire con la trattazione della cultura letteraria affrontata dalle relazioni di Alessandra Tramontana dell’Università di Messina e di Delphine Montoliu dell’Università di Tolosa, e della cultura scientifica, di cui si è occupato il presidente della Società Messinese di Storia Patria Rosario Moscheo.

Vari aspetti della società siciliana tra Quattro e Cinquecento sono stati toccati da studiosi dell’ateneo peloritano: Daniela Novarese ha parlato delle corporazioni di mestiere, Maria Antonella Cocchiara della condizione giuridica e sociale della donna nell’età di Antonello, Giovan Giuseppe Mellusi delle confraternite, Carmela Maria Rugolo dell’organizzazione del lavoro, Giuseppe Campagna della comunità ebraica di Messina mentre sull’area dello Stretto e sui rapporti tra Sicilia e Calabia si è soffermata Elisa Vermiglio, dell’Università per Stranieri di Reggio Calabria “Dante Alighieri”.

Sabato 24 ottobre il convegno è entrato nel vivo affrontando l’opera di Antonello da Messina con la magistrale relazione di una delle più autorevoli storiche dell’arte americane, la professoressa Bette Talvacchia, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università del Kentucky. È stata poi la volta di Gervase Rosser dell’Università di Oxford che ha discusso del retaggio di Roberto Longhi sull’interpretazione della personalità artistica di Antonello mentre gli studiosi messinesi Teresa Pugliatti, Giampaolo Chillè e Daniela Pistorino si sono soffermati su singoli aspetti dell’opera del grande artista.

Nella sessione finale Marco Rosario Nobile dell’Università di Palermo ha trattato dell’architettura siciliana quattrocentesca, Grazia Musolino della Soprintendenza di Messina ha parlato dei Mosaici del Duomo di Messina, mentre Alessandra Migliorato e Donatella Spagnolo, entrambe funzionarie del Museo Regionale, si sono soffermate rispettivamente sullo scultore Domenico Gagini e sul pittore Salvo d’Antonio.

Nel pomeriggio, nella splendida cornice del Palazzo del Monte di Pietà, il professore Bottari e Gioacchino Barbera, direttore del Museo Regionale di Palazzo Abatellis di Palermo, hanno presentato il libro “Around Antonello da Messina: Reintegrating Quattrocento Culture”, a cura di Bette Talvacchia e di Michael W. Kwakkelstein, direttore dell’Istituto Universitario Olandese di Storia dell’Arte di Firenze.

Ha coordinato i lavori Milena Romeo dell’Associazione Antonello da Messina.

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