#criticamilitante – Soccombiamo tra Gattopardi e Sciacalli

di Saro Visicaro – I fatti e le cronache di questi giorni nascono come i funghi, cadono come le castagne.

Sarà l’autunno che è primavera. Sarà la Sicilia di Pirandello, Sciascia e Camilleri ma quello che sta succedendo  dalle nostre parti ha proprio le caratteristiche di un racconto d’autore.

I governi siciliani nascono ma muoiono prima di nascere. Poi rinascono ma si preparano a finire. I partiti virtuali sfiduciano il sindaco ma invece no. Il sindaco sfiducia il prefetto che aveva sfiduciato il sindaco. L’acqua scompare, ricompare per sparire. C’è, arriva. Forse. Un by-pass  tra una nave e un’autobotte. Tv e giornali si collegano con il Palazzo dei Normanni o con Palazzo Zanca. Raccolgono dichiarazioni e smentite in rapida successione. Rimane la sete ma sparisce la speranza. Fioriscono i comitati e i leaderini nelle bacheche del virtuale scalpitano. Ha sempre più ragione Sciascia quando nel ’68 scriveva : “L’acqua in Sicilia tra Gattopardi e sciacalli”.

“La Sicilia arida ha una classe di potere impreparata e imprevidente”. Sempre per citare Leonardo Sciascia.  Cosa aggiungere di più? Oggi c’è una sorta di atrofia culturale. La Sicilia come l’Italia, come l’Europa, non trova spunti, non trova riflessioni e voci autorevoli e coraggiose. Rimane una impressionante linea di continuità con il passato peggiore. Galleggiamo nella più indecente mediocrità. Istituzionale, amministrativa, giudiziaria, imprenditoriale e culturale. Oltre che dell’informazione. La più potente impresa siciliana nel settore delle costruzioni è sotto inchiesta con accuse gravissime ma, di fatto, non sconvolge nessuno. Il presidente sicilianissimo di Ferrovie italiane è arrestato per tangenti  ma è come se non riguardasse  la classe politica. Il Governo ri-parla invece di ponte nello Stretto e di infrastrutture senza cancellare l’ombra delle corruzioni. Mentre nello Stretto i soliti razziatori stanno mettendo le mani anche sull’aeroporto di Reggio Calabria e sui relativi collegamenti diretti. Tutto sopra i livelli di rappresentanza pubblica, di controllo e di vigilanza.

Rimangono i giovani. Si, rimangono fermi e lontani dalla realtà. Come disinteressati  al loro futuro. Certo non tutti, ma tanti. Troppi.

Sabato 14 novembre è stata promossa una fiaccolata che da piazza Cairoli raggiungerà i palazzi. Per scuotere  indifferenza e solitudini. Per non fare finire le speranze che solo i giovani possono fare ripartire.

 

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