“I poveri sanno lottare, accettatelo”: la lettera di un’occupante della ex scuola Ugo Foscolo

Riceviamo e pubblichiamo: 

Mi  chiamo Giulia Zuccotti e sono un’ occupante della ex scuola Ugo Foscolo, scrivo in risposta agli ultimi avvenimenti riguardanti la mia casa e la mia grande famiglia.

Siamo stati accusati da un rinomato giornale siciliano, di trasformare le aule in stanze da affittare a famiglie e singole persone in emergenza abitativa, con lo scopo finale di trarre un grosso guadagno. Insomma, scopriamo di far parte tutti del giro di Mafia capitale,  leggendo un articolo del genere, e non finisce qui sembra che le forze dell’ ordine stiano conducendo delle indagini davanti alla gravità di simili accuse”.

Di fronte a una simile narrazione, di  fronte  alla nostra povertà di mezzi e ai rapporti di forza sproporzionati di una classe avida massonica,  sappiamo bene chi potrebbe momentaneamente, averla vinta, e sappiamo, bene che a nessuna politicante, a nessun narratore di storie da romanzo giallo, a nessun esecutore della legge  e a nessun garante della giustizia, fregherà qualcosa se le famiglie, i giovani, gli anziani e i bambini che vivono all’interno della scuola verranno criminalizzati a causa della loro “ povertà”,  e soprattutto sappiamo bene quanto importerà degli effetti di questa criminalizzazione.

Ciononostante continuiamo a stringere i denti, continuiamo a far sorridere i bambini quando i pubblici uffici sono pronti a forzare il cancello a suon di cesoie e a staccare la luce, continuiamo a disinfestare un plesso lasciato per troppo tempo in abbandono nonostante le strane visite del corpo dei vigili urbani  che durante l’ emergenza idrica, trovano il tempo per tentare strani sopralluoghi alla Ugo Foscolo,  continuiamo a organizzare attività per i bambini del quartiere, e continuiamo a mettere a disposizione un plesso come la Foscolo per le persone che sono pronte a riprendersi la propria  dignità e a lottare per dei sacrosanti diritti come la casa, soprattutto riempiendo di vita e di  mobili confortevoli,  stanze che sarebbero destinate a marcire per la solitudine.

Perché non sta scritto da nessuna parte che i poveri messinesi debbano rimanere poveri e non debbano lottare.

Non sta scritto da nessuna parte che il disagio sociale vada sconfitto attraverso favoritismi clientelari e guerre tra poveri e capri espiatori su cui accanirsi, come “l’immigrato , “il clandestino“,”il pregiudicato”, “il pazzo”, non sta scritto da nessuna parte che bisogna accontentarsi e sopportare una vita di stenti.

E’ dura da accettare, ma alcuni poveri hanno preso coscienza e stanno lottando con tutte le loro forze, ragion per cui, coloro che temono  tutto questo non possono  a fare a meno di inventare accuse squallide e infime. Oggi potremmo prenderle, oggi potremmo subirne tante, ma chissà, fra qualche anno i semi che abbiamo piantato, a cosa porteranno?

Saluti di dura lotta!

 

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