Transfughi genovesiani: le ragioni del ritorno “a casa” di Santalco

santalco

Da berlusconiano a democratico, fino al ritorno nella casa del signore di Arcore. Ma l’etichetta che i transfughi di queste ore si vedono accollare è senza dubbio quella di genovesiani, prima di tutto. Di fatti è proprio la mossa del deputato dei “Corsi d’oro” ad aprire il valzer dei vari consiglieri e parlamentari (due) che sono pronti al cambio di casacca.

Tra questi, per l’appunto, l’avvocato Giuseppe Santalco che, dell’aula consiliare, è un veterano.

“La politica è come un fiume, scorre lento lungo il suo letto, ma ogni tanto esce dagli argini esprime la sua forza e poi pian piano torna a ripercorrere il suo percorso per arrivare al mare. Una vita segnata da un impegno politico, cresciuto alla scuola democristiana con il fulgido esempio del patriarca familiare, ho iniziata la mia attività politica nel 1994 rappresentando la  zona sud in cui sono nato. Diverse campagne elettorali , sempre a contatto con il mio elettorato ed i cittadini, incarichi istituzionali significativi, esperienze alla Provincia, al Comune, allo Iacp ed all’Ato idrico  con dedizione, stakanovismo, dirittura morale alla continua ricerca del bene cittadino. Nel 2013 decido di provare a continuare il mio ciclo politico nel luogo più nobile della politica cittadina “il Consiglio Comunale”, scommettendomi solo con i miei amici, senza partito e senza alcun aiuto esterno, in una difficile campagna elettorale schierandomi con la lista civica del candidato Sindaco Calabrò espressione di un PD moderato, avvicinandomi a Francantonio Genovese  che era confluito nel PD quale ex Margherita. Scoppiata la bufera giudiziale, io ed alcuni amici consiglieri ci siamo trovati soli con noi stessi,con una velata e strisciante vena polemica da parte delle c.d. anime storiche del PD che in questi anni sono state più bande armate che effettive espressioni di democrazia e coinvolgimento. Un partito senza testa e senza anima, commissari più sulla carta che effettivi punti di riferimento, continui contrasti e visioni diverse dell’impegno politico con chi pensava di incarnare in maniera esclusiva lo spirito democratico. Sicuramente tante volte non mi sono sentito a mio agio. L’arrivo dei Commissari mandati nel basso impero da Renzi ha reso colma la misura. Comunicati privi di alcun rapporto con la realtà politica locale, manifestazione di forza rivolta ai Consiglieri relativamente ai rapporti con la Giunta Accorinti, interventi “repressivi” nei confronti di chi, magari superficialmente, aveva manifestato opinioni diverse rispetto ad un pensiero unico, accanimento nei confronti dei colleghi che, purtroppo, stanno affrontando un momento difficile nel loro impegno come Consiglieri e da ultimo un tesseramento che ha coinvolto solo le c.d. “anime del partito” o meglio correnti, senza minimamente informare i Consiglieri. Ciò con lo scopo precipuo di eliminare quelli scomodi, i non allineati con il verbo Renzi, gli appestati quali amici di Genovese,e coloro che erano coinvolti, ancora nella fase preliminare, in indagini giudiziarie.

Queste le ragioni per cui ho deciso in piena coscienza e  libertà nel non riconoscermi più in questo PD messinese; troppa convenienza spacciata da candore di facciata; troppa ambizione cavalcata sul livore; troppa sete di vendetta e di potere soddisfatta da somministrazione di calici velenosi. Spero che gli amici rimasti trovino in questo PD nuovi stimoli, anche se dovranno confrontarsi con focolai sempre accesi e con coloro che hanno contribuito a sconfitte elettorali; tant’è questa è la politica, non critico nessuno, non voglio però subire gogne mediatiche ed auguro al PD messinese di saper rappresentare solo i veri bisogni della città. Ciò non significa che non continuerò il mio impegno politico come ho sempre fatto da quasi vent’anni, da Consigliere Comunale e nella mia qualità di capogruppo.Lo farò insieme a tanti altri amici colleghi, deputati nazionali e regionali, in un percorso politico a fianco di Genovese alla ricerca di nuovi stimoli, mettendo sempre al primo posto il piacere di fare politica e l’impegno sul sociale, interpretando lo spirito di Albert Camus “Non camminare dietro a me, potrei non condurti. Non camminare davanti, potrei non seguirti. Cammina soltanto accanto a me e sii mio amico”; il tempo sarà galantuomo ed aprirà le porte della verità”.

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