Italia, i numeri del settore gambling: in Sicilia aumentano i giocatori abituali

Sale da slot in aumento, leggi contro il gioco d’azzardo in ritardo in ritardo e diffusione capillare del metodo online, il più amato dai giovani giocatori. Non ha certo difficoltà il settore del gambling a espandersi in un’Italia che sceglie sempre più spesso le scommesse come primo divertimento.

Nel 2014, secondo quanto pubblicato da Gaming Report, sono stati 84,4 i miliardi di euro a venire sborsati dai nostri connazionali per il gioco d’azzardo, permettendo allo Stato un incasso di 17,5 miliardi. Il 10% delle spese per consumi privati è tutto qui, tra una macchinetta che promette un jackpot e una schedina che fa sognare un modesto incasso. Intanto l’Erario guadagna qualche spicciolo, poco meno di 8 miliardi di euro nel 2014. Un trend in leggerissima diminuzione rispetto all’anno precedente, ma con una discesa talmente minima da essere quasi impercettibile. Per lo Stato almeno, che incassa il 49,7% dei guadagni, contro il 10% dei gestori, il 17% dei concessionari e il 23% degli esercenti. In pratica, di ogni 10 euro inseriti in una slot machine soltanto un euro finisce al gestore, mentre 5 finiscono nelle casse statali.

Questo per quanto riguarda i mini-casinò e i bar autorizzati da AAMS, perché il 2014 (e ormai tutto il 2015) ha segnato un ulteriore passo avanti dell’online. Ormai sono 726 i milioni di euro di spesa raggiunti durante lo scorso anno, di cui ben 255 per i casinò games. Nonostante lo sviluppo delle applicazioni per mobile, il pc rimane saldamente al comando nelle preferenze per l’online gaming, almeno per l’84% degli utenti. Eppure è raddoppiata la quantità di denaro investita tramite smartphone, arrivata a sfiorare i 100 milioni di euro. Nel complesso comunque rimane altissimo il numero di giocatori che scommettono meno di 10€ a settimana, circa il 76%, contro quelli che si fermano entro il limite dei 50€ (17%) e gli abituali che passano anche questa cifra (9%).

Una delle regioni maggiormente interessata al fenomeno delle spese esagerate per il gambling è la Sicilia, che in un anno spende 5,5 miliardi nel settore. Circa mille euro a persona ogni dodici mesi, con punte di giocatori patologici tanto alte da toccare gli 88 mila nell’intera isola. E’ soprattutto la presenza di slot machine e videolottery che rende la Sicilia un punto caldo delle scommesse, sebbene Lotterie e Lotto siano una tradizione molto più diffusa che in altre zone dell’Italia. Dividendo per province, è Palermo la più spendacciona con il 6,64% del Pil utilizzato dagli abitanti per le puntate.

Poco dietro Trapani e Messina, mentre Enna è la pecora nera dell’isola degli scommettitori, con poche slot e pochi gambler. Forse anche per questo la raccolta di dati sul gioco d’azzardo presenta sul podio delle regioni più avvezze al gioco Abruzzo, Lombardia e Lazio, escludendo i siciliani. Poco male, verrebbe da dire. Anche se il problema dell’isola non sembra essere la quantità di denaro spesa in media da tutti gli abitanti, ma solo quella di alcuni. Forse per questo il dominio rimane sulla penisola, almeno per il momento.

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