Sold out per il debutto di Terra che non sa di Sarah Lanza per Progetto Parola Pasolini. Repliche fino al 24 gennaio

Una clessidra scandisce il tempo di respiri che seguono ritmi diversi. Una famiglia africana, costituita da un uomo e una donna (Alessio Bombaci e Ilaria Tartaglia), contrapposta ad una famiglia-tipo italiana, con padre (Luca D’Arrigo), madre (Patrizia Ajello) e due figli (Massimo Bonanno e Veronica Capodici), sono lo scenario di partenza dello splendido spettacolo di Sarah Lanza, Terra che non sa, secondo appuntamento del “Progetto Parola Pasolini” inserito nell’ambito di “Laudamo in Città” 2015/16 ideato dalla compagnia DAF – Teatro dell’Esatta Fantasia.

Una Laudamo gremita, un sold out meritato e scroscianti applausi per lo spettacolo di Teatro-Danza che non ha fatto sentire agli spettatori la mancanza del dialogo verbale. Movimenti, ritmi, suoni, sguardi hanno reso il racconto ispirato alle più grandi opere di Pasolini (Edipo Re, Appunti per un’Orestiade Africana, Teorema e La Ricotta) un momento di riflessione e “sospensione di giudizio” sul nostro tempo ed il modo differente di esistere sulla Terra.

Acqua-sete, terra-deserto, zanzara-malaria, freddo, fame sono solo alcune delle macro-tematiche che concentrano le storie delle due famiglie. Da una parte, quella più “nostrana”, sicura e tranquilla nella propria casa, affaccendata nelle mille frenesie che le invadono la giornata, è rappresentata con un tono ironico e grottesco, scanzonato e ridicolo. I suoi componenti ribaltano più volte metaforicamente la clessidra che li guida: un tempo che scorre veloce e che li rende sempre più grigi, in una trasformazione che va dalla commedia al tragico. Nei loro sguardi e movimenti c’è tutto il dramma della nostra società: la classe politica indifferente, la dubbia buona riuscita dell’educazione dei genitori, la ribellione dei figli, il dogmatismo e il cliché delle “buone regole”.

Dall’altra parte, un deserto diverso, arido e vasto è quello che attraversa la famiglia africana. La luce della terra e del sole che li illumina rende le loro giornata scandite dalla continua ricerca: di acqua, cibo, riparo, salute (nella divertente immagine della zanzara della malaria). L’unico collante: l’amore, l’affetto ed il calore umano che li rendono coraggiosi e pronti ad oltrepassare il deserto, cercando di rendere reali i loro sogni e la loro fame e sete di star bene, senza lussi e sfarzi. Così, l’occasione della gravidanza della donna, li conduce a “partire per partorire”. Con in grembo la nuova speranza della nuova generazione, i due africani bussano alla porta della famiglia italiana. I due figli, pronti a farsi sconvolgere da questo nuovo vento, scrutano e conoscono l’uomo e la donna venuti da lontano al buio. Conoscere l’altro, in Terra che non sa, indipendentemente dal suo sesso, colore e provenienza, significa toccarlo, sentirlo e vederlo in ogni sua parte, condividere le sue sfumature, specchiarsi nei suoi occhi e ri-conoscerlo. In questo gioco speculare, i due figli italiani trasformano la crocifissione inflittagli dai loro genitori in ali di libertà, in braccia aperte, pronte ad esserci per chiunque ne abbia bisogno.

In una tale fenomenologia della conoscenza, dunque, non esiste tempo cronologico, ma solo attimi, eventi di incontro e scontro che scandiscono con diverse intensità la nostra esistenza.

Pasolini, ancora una volta, in continuità con Vento da Sud-Est di Angelo Campolo, è dentro e fuori: guida i gesti dei personaggi grazie all’intervento dei due “testimoni” Antonio Vitarelli e Michele Falica, che come il Fato, modificano, trasformano e sconvolgono la trama.

Fondamentali le musiche che offrono importanti chiavi di letture dei momenti più importanti dello spettacolo di Lanza: dalle preferenze pasoliniane Mozart e Bach allo swing, fino alla poesia di De Gregori, L’infinito, segnano le battute della vita di noi uomini, una vita che, descritta ottimamente da Terra che non sa, non ha bisogno di parole.

Terra che non sa sarà alla Sala Laudamo ancora sabato 16 gennaio alle ore 21, domenica 17 alle ore 17.30 e di nuovo il prossimo weekend dal 22 al 24 gennaio.

Coreografie e regia: Sarah Lanza

Scene e costumi: Giulia Drogo

Collaborazione artistica: Simone Corso

Con: Patrizia Ajello, Luca D’Arrigo, Alessio Bonifacio, Massimo Bonanno, Veronica Capodici, Ilaria Tartaglia, Antonio Vitarelli

Una produzione: compagnia DAF – Teatro dell’Esatta Fantasia

 

Clarissa Comunale

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