Sfiducia: D’Alia all’attacco. Le reazioni di Picciolo e Germanà e il mistero del tavolo mancante

Non tardano ad arrivare le prime reazioni alle dichiarazioni rese dal Presidente dell’Udc, Gianpiero D’Alia, circa la sfiducia. Per l’ex ministro messinese, è fuori discussione che i suoi si prestino al gioco degli antagonismi  e delle ripicche che vedrebbero Pd da una parte e Genovese dall’altra.

Il primo a cui fischiano le orecchie è il leader del Pdr, Sicilia Futura, chiamato in causa come “alter ego” del Partito di Renzi. Beppe Picciolo che si dice “pronto a firmare qualsiasi documento programmatico e politico per concretizzare la mozione di sfiducia all’Amministrazione Accorinti”.

picciolo2Stavolta il deputato regionale non sembra avere timori di ulteriori ammutinamenti interni (vedi caso Abbate) e sembra piuttosto sicuro della posizione dei suoi consiglieri comunali, tutti apparentemente allineati. Picciolo veste i panni del politico diplomatico e, senza ulteriori polemiche, raccoglie le affermazioni di D’Alia come fossero un guanto di sfida: “se il tema da affrontare fosse esclusivamente quello del documento programmatico, per ciò che ci riguarda, possiamo vederci anche questa notte, da parte nostra massima lealtà, correttezza e onestà, come c’è stata sempre (da parte nostra)”.

E si arriva dritti al tema caldo: il “sostegno indiretto a Genovese” di cui parlano chiaramente i Dr e cui non mancano di premettere alla propria riflessione in merito “il massimo rispetto per la sua vicenda personale”.

Ma  al sostegno a quello che Picciolo sottolinea essere “l’amico Francantonio”, si preferisce “dare anche sostegno politico a Messina; per noi vengono prima i problemi dei messinesi e siamo sicuri che anche l’amico Genovese, se fosse libero e scevro da altri condizionamenti terzi, penserebbe allo stesso modo al bene della città”.

I Dr vogliono votare entro giugno, possibilità che la Presidente del Consiglio, “carta e penna alla mano” sostiene fortemente improbabile. Ospite di Punto Franco, Emilia Barrile immagina tempi ben più lunghi, attraversati ovviamente da un altrettanto lungo e doloroso commissariamento, ipotesi che Sicilia Futura considera fantasiosa e “lontana dalla realtà”. Infine sulle considerazioni del leader scudocrociato che vede nel gruppo di Picciolo un prolasso del Partito Democratico, la nota del parlamentare dell’Ars chiosa: “ricordo che Sicilia Futura è orgogliosa di esser un “unum” con il Partito Democratico sotto l’aspetto programmatico e politico (per scelta nazionale e regionale), mantenendo comunque viva e prioritaria la propria dignità di movimento politico”.

Nino Germanà
Nino Germanà

Nel dibattito entra pure l’alfaniano Nino Germanà che ribadisce l’intenzione di proseguire nel percorso intrapreso e che porta dritti alla sfiducia. “Come abbiamo annunciato per bocca della nostra capogruppo Daniela Faranda nei giorni scorsi (quindi nessuna novità in quanto affermo), il partito si è confrontato con le sue componenti interne per affrontare un ragionamento inter nos sulla situazione in essere. Va da sè che a questo seguono confronti con gli alleati della coalizione di governo- regionale e nazionale- insieme ai quali si sta seguendo già un percorso che punta alla costruzione di un unico riferimento per i moderati”. Anche il deputato regionale del Nuovo CentroDestra torna sulle dichiarazioni rese dall’alleato D’Alia le cui affermazioni, dichiara: “non sono trascurabili” e aggiunge “oltretutto sono, a mio avviso, in gran parte condivisibili”.

Tutti convergono sul fatto che “Messina ha bisogno di una progettualità concreta e un risanamento generale ed è questo il punto di partenza dal quale muovere ogni considerazione possibile, al di là di ogni retorica o demagogica sovrastruttura”. Ma se davvero si volesse mettere da parte ogni schema e giochetto preelettorale, sarebbe semplice venire a capo della questione, a questo punto, allora.

“Siamo disposti a lavorare e dialogare con tutte le componenti su sfducia e parallelamente, ovviamente, al programma”, continua il parlamentare di Brolo.

“Ma ci si sieda urgentemente per ulteriore confronto tra le parti. Diversamente, noi andremo avanti comunque come avevamo affermato!”.

Insomma a questo punto, se davvero sono tutti concordi nel dialogare seduti attorno ad un tavolo, sembrerebbe mancare solo… il tavolo (inteso come tavola e quattro piedi)…Sia forse questa assenza la causa che sottostà ai mille ritardi della nostra politica locale? Misteri messinesi… (@Pal.Ma.)

 

 

 

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