Parte la Scudo-Crociata contro Accorinti: D’alia “sfiducia entro giugno”

I moderati ci sono tutti, anche i non moderati che si scoprono tali per l’occasione. E in un unico salone si ritrovano sindacalisti, ex ministro, presidente dell’Ars, onorevoli, consiglieri comunali, ex city manager, assessori ed ex assessori, docenti universitari, democristiani ed ex aennini, alfaniani ed ex renziani, vattelappesca, eroi e prezzemolini, cocuzze e cocuzzari .

Insomma non manca niente alla grande assemblea scudocrociata che ha chiamato in raccolta quelli di ieri, di oggi, e anche quelli alla ricerca di un domani e destabilizzati da equilibri scossi di recente.

Dopo le dichiarazioni rese dall’asse Pd, Pdr, Ncd che sembrava essersi creato come fronte unico antiaccorintiano, pronto a sbandierare una pronta sfiducia (ancora non pervenuta come e quanto il bilancio previsionale 2015), al presidente Gianpiero D’Alia non era piaciuta affatto l’idea che qualcun altro potesse spodestarlo dal primato di leader maximo, aveva annunciato che di sfiducia all’amministrazione comunale, il suo partito avrebbe parlato in occasione dell’assemblea provinciale che, per l’appunto, si è svolta domenica all’Europa Palace Hotel.

Pretesto dell’incontro la città metropolitana: in realtà orecchie tese e occhi aperti per capire quale fosse la posizione dell’Unione di centro. Se ne parla a giugno. Questo il timing che il presidente Udc ha dato; entro l’estate dunque, sarà pronta la mozione fatta non solo di attacchi ma anche di proposte e, una volta sulla scrivania di Le Donne, secondo il cronoprogramma dell’onorevole, arriverà in aula e, c’è da scommettere che non troverà ostacoli (?).

Non solo Udc ma sempre più Area Popolare come dimostra la presenza in sala di diversi esponenti del partito di fuoriusciti dalla casa berlusconiana, casa nella quale ha attualmente trovato dimora più che comoda, invece, l’ex democrat Francantonio Genovese dal quale oggi, D’Alia prende le distanze pur non facendo lo “sciacallo a differenza di altri”. L’attacco a chi “in quel piatto ha mangiato” non è poi così velato: e le dicotomie preelettorali sono sempre più chiare, laddove vi fossero state ombre da rischiarare.

Dunque se non è chiaro chi andrà con chi, invece sembrerebbe certo il chi non si alleerà con chi.

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