Riina a Porta a Porta: lo sdegno di Don Ciotti

Sacrificare la dignità di un intero popolo antimafia in nome degli ascolti. Lo spazio che stasera “Porta a Porta” concederà al figlio di Totò Riina ha provocato l’indignazione di centinaia di persone, soprattutto dei parenti delle vittime di mafia.

Per dar voce al loro dissenso è intervenuto Don Luigi Ciotti: «Libera è da sempre accanto ai famigliari delle vittime delle mafie. Con loro è impegnata in tanti progetti. Con loro, e per loro, organizza il 21 marzo, la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. Ne ha conosciuto il dolore, la forza, la dignità, la tenacia nel richiedere verità e giustizia – assenti nel 70% dei casi – l’impegno nelle associazioni, nelle carceri minorili, nelle scuole per contrastare le radici della mentalità mafiosa.
Meglio di altri comprende allora il loro sdegno e la loro incredulità di fronte alla scelta di una nota trasmissione di dare spazio questa sera al figlio di Totò Riina.
C’è chi parla di diritto di cronaca – prosegue il sacerdote antimafia –  Ma il libro scritto da Giuseppe Salvatore Riina – a quanto si evince da un’intervista oggi pubblicata – non aiuta a dissipare le ombre che ancora avvolgono le stragi di mafia e la rete di complicità, omissioni e silenzi che le ha favorite.
È un racconto di vita famigliare, a tratti idilliaca, dove la figura del padre, descritta in termini affettuosi quali Giuseppe Salvatore Riina ha tutto il diritto di usare, oscura quella del boss che ha mandato a morte tante persone e distrutto altrettante famiglie.
Cosa c’entri questo col diritto d’informazione non è dato di capire.
E se si può comprendere che un editore, allo scopo di profitto, non si faccia scrupoli a pubblicare testi di questo genere, altro conto è quello di uno spazio come quello televisivo – a maggior ragione se alimentato in quanto pubblico da un canone – che dovrebbe fornire un’informazione che aiuti la crescita culturale del paese, che non offenda la sensibilità degli italiani onesti e soprattutto la dignità e il dolore delle famiglie di persone che per il bene comune hanno sacrificato la vita».

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it