#Vipera – Giunta2.0. Manuale del rimpasto dal basso:come defenestrare ex numeri uno

di Eleonora Urzì Mondo – Un clima surreale questo si respirava giovedì mattina in sala Falcone e Borsellino, a Palazzo Zanca, in occasione della conferenza stampa per la presentazione di quella che Accorinti chiama la sua giunta 2.0. Il sindaco torna a fare il professore: batte le mani sul tavolo per avere silenzio e attenzione da parte della sua “classe” di giornalisti, supporters e curiosi, dà la parola e scandisce i tempi, redarguisce chi interrompe al suono piccato di “le domande dopo” e soprattutto “mi raccomando siate brevi”, che inevitabilmente solleva il riso dei presenti. “Da che pulpito”, commenta qualcuno.

Le novità niente affatto sorprendenti le conosciamo tutti: il bilancio passa a Luca Eller Vainicher, gli incarichi di Antonino Perna e alcuni di quelli della defenestrata Patrizia Panarello finiscono tra le mani di Daniela Ursino . Il trombassimo Guido Signorino ha un aspetto evidentemente sommesso, sta seduto all’ultimo posto disponibile, tra il neovicesindaco Gaetano Cacciola (probabilmente meritevole di aver ben gestito i rapporti con il consiglio comunale nell’esercizio della sua delega) e il responsabile dell’ufficio stampa del Comune, Sergio Colosi. Gioca con il telefonino che ruota con le dita sul tavolo per la gran parte del tempo, l’ormai ex assessore al bilancio che resta detentore della delega dello sviluppo economico e, poco distante ma con riservata eleganza, giustamente staccata dal contesto istituzionale, siede la moglie, sempre presente al fianco del coniuge nelle occasioni positive e anche in quelle negative.

E negativa è certo la somma che si può tirare adesso rispetto a quasi tre anni di supervisione al ramo finanziario di un ente già malato da tempo. Atti inesatti, delibere ritirate in autotutela, bilanci ritardatari o peggio ancora mai giunti a destinazione: questo il quadro entro cui si iscrive l’arrivo dell’usurpatore del trono (è ironico, lo specifichiamo a beneficio dei diretto interessato che, apparentemente, sembrerebbe un po’ sheldoniano in quanto ad humor) che fu dalla prima ora del docente universitario. Eller Vainicher applaude all’operato del suo predecessore ma d’altra parte, non nega gli errori commessi. Delle due una: o è stato bravo o sei qui perché ha fallito in toto.

Per non farci mancare niente, ad un tratto irrompe lo showman Pippo Trischitta che senza troppo girarci attorno la butta lì: la giunta ha perso l’indipendenza sempre decantata. Adesso Accorinti si è messo in casa Pd e Crocetta (in un nostro articolo avevamo parlato proprio di Governatore e un “certo parlamentare regionale” ma, mettila come vuoi, sempre cocuzza resta, dicevano i saggi).

Non c’è traccia di Gianpiero Neri, storico braccio destro del sindaco, ma potrebbe essere un mero caso…curiosissimo ma un caso.

Al contrario, nella foto dell’Esecutivo, spiccano alcune figure da sempre dominanti: quella di Lucy Fenech -tanto che si teme possa venir fuori una delega per lei, tanto sorride- ovviamente il segretario generale, supermegacitymanager Antonio Le Donne che gira attorno alla sala come un controllore sempre attento e, non di rado in senso opposto, compie lo stesso girotondo un orgoglioso Massimo Russotti.

Non pervenuta Patrizia Panarello, in esecutivo dalla prima ora: non sempre gradita la sua gestione delle deleghe assegnatele ma certamente tra i nomi meno criticati di quest’era. La scuola viene rimbalzata alla nuova lady, l’organizzatrice di eventi Daniela Ursino – il cui curriculum non sembra raccontare di particolari competenze in materia, per quanto ricco di incarichi che vanno invece dall’ufficio stampa alla gestione logistica di eventi, al restauro e l’interior design sempre a strettissimo contatto con le istituzioni- le cui attività “hanno avuto un grande successo di critica e risonanza locale e nazionale” come scrive nel suo cv (per la serie “se non mi vanti tu mi vantu ieu”).

I mercati e il commercio diventano sottocagorie del pur importantissimo assessorato allo sviluppo economico (quindi vengono fatti rientrare in una visione prospettica, alias tuttoquellocheèsempremancatoaquestamministrazione ) assegnato a Signorino, come se la situazione non fosse così critica da dover essere presa a piene mani e affrontata qui e ora (con specifico riferimento proprio ai mercati che costituiscono una vera e propria polveriera attualmente, considerato il disagio in cui operano i venditori autorizzati e le condizioni igienico sanitarie delle strutture troppe volte denunciate dagli addetti ai lavori, da oltre un anno in attesa di interventi promessi).

Ma andiamo alla nuova punta di diamante dell’Amministrazione: sguardo fermo e presenza garbatamente algida; quando parla, ricorda a tratti un vecchio Papa straniero. Il suo ingresso in questa giunta “non è un fatto politico”, esordisce con questa clamorosa supercazzola prontamente contestata dai giornalisti presenti (in primis Gianfranco Pensavalli, al quale restituisco la citazione).

Nonostante nel suo portafogli ci sia la tessera del Pd e sia stato assessore in giunte democrat, puntualizza “non sono qui come una stampella del Partito democratico”. Cosa che non piace al vispo e sempre brillante commissario Ernesto Carbone che non manca di dire la sua: via la tessera. Come dire “ecco, aiutiamolo ad apparire più simpatico ai messinesi!”.

Il suo, dice Eller Vainicher (sì, ma troviamogli un nomignolo o diminutivo, per carità), sarà un lavoro di backoffice. “Sono qui da qualche mese in una funzione formativa che è terminata a marzo. Oggi inizia un nuovo compito”. Arriva da lontano e si prende tutti gli abbracci affettuosi del sindaco che lo tiene stretto come, prima che con lui, aveva fatto col suo “bambino d’oro”, Alessio Ciacci e ancora prima con il supermegadirettore Antonio Le Donne. Intanto gli assessori lo ascoltano senza replicare quando, senza addolcire la pillola, ne contesta l’operato o le affermazioni (perché questo fa) asserendo che “le ciliegie non si raccolgono a novembre e le castagne a maggio”, ossia i bilanci si presentano quando si devono presentare. E non importa cosa abbia aggiunto dopo per “correggere il tiro”. Non da meno la risposta a Perna che aveva accusato la Corte dei Conti di “fare politica”. (E all’uscente titolare della cultura andrebbe dedicato un capitolo a parte -e vari applausi- per i suoi interventi, compresa la freddura al nuovo collega che, per parlare, si mette in piedi :“ci mettiamo tutti sull’attenti!” ironizza. “E’ una questione di rispetto”, lo gela la new entry).

“Sono stato soggetto sperimentatore della nuova norma della Corte dei Conti, non è vero: la corte è un presidio di correttezza contabile…il resto dipende dagli interpreti”.

D’altra parte l’ex badante oggi successore di un maltrattatissimo ma sempre elegantissimo Guido Signorino, si incarta sui documenti che dice di non aver ancora letto. Errata corrige pronta: li conosce ma “da un altro punto di vista”. Per la serie chi ha tempo non aspetti tempo! Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino…

@eleonoraurzimondo

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it