Referendum NOTRIV: da Rifondazione a Germanà tutti concordi sul “sì”

Un banchetto informativo che sarà allestito a Piazza Cairoli venerdì pomeriggio dalle ore 17, quello che Rifondazione Comunista ha organizzato per fornire agli aventi diritto al voto, tutte le informazioni necessarie per giungere al seggio con causa cognita. Quantomeno quella che propende per il sì.

“Pensiamo che il Governo Italiano debba investire in modelli energetici rinnovabili e su tecnologie all’avanguardia poiché l’estrazione di idrocarburi risulta essere un attività fortemente inquinante con impatto devastante sull’ambiente e sull’ecosistema mettendo a rischio la fauna marina. Trivellare il nostre mare sarebbe un investimento proficuo per i petrolieri che si arricchirebbero a spese della nostra salute ed inoltre le riserve petrolifere presenti in Italia consentirebbero una copertura del fabbisogno energetico per un periodo limitato di sole 8 settimane. Per salvaguardare i nostri mari e per una nuova agenda energetica”, scrivono dalla segreteria del circolo Impastato.

Nonostante la posizione delle cosiddette forze di Governo sia nota (astensione, voto negativo o, nei casi più studiati: “libertà di coscienza”) e decisamente funzionale a mancato raggiungimento del quorum, ci sono degli outsider di casa nostra che prendono una posizione netta. Se fossimo a Roma potremmo definirli entrambi membri di Area Popolare ma, si sa, alla Regione il gruppo unico non si è (mai / ancora ) formato.

Si tratta degli onorevoli Giovanni Ardizzone e Nino Germanà, entrambi sostenitori del “sì”.

Ardizzone

In occasione di una conferenza stampa alla sala Rossa dell’Assemblea Regionale Siciliana, il presidente dell’Ars, che già in passato aveva bollato come “incomprensibile” il voto dell’aula contro il referendum (infatti la Sicilia non è tra le regioni che lo hanno promosso), ha affermato: “Come siciliano intendo aderire alla posta referendaria avanzata della Basilicata. In Sicilia raffiniamo ed estraiamo combustibili fossili che producono ricavi per circa 8 miliardi di euro, somme che però non rimangono sull’Isola ma che vengono invece inviate alle casse dello Stato, prosciugando così le già esigue risorse economiche regionali”.

“Trovo corretto che su questo argomento si renda noto il proprio orientamento perché mi sembra giusto che i cittadini sappiano qual è la posizione di chi li rappresenta”, così esordisce il brolese di Ncd.

Nino Germanà

“Rendere le concessioni entro le 12 miglia (molte delle quali in Sicilia) prorogabili fino ad esaurimento della risorsa é un semplice dono che si fa a dei privati che, sfruttando il bene naturale in loco, traggono molto profitto per sè e molto poco per il territorio .Insomma un’agevolazione pubblica ad un’iniziativa privata che poco o nulla rende, in concreto, ai cittadini dell’area in cui ricade l’interesse”, continua Germanà che si sofferma anche sull’impatto ambientale e sulle ricadute occupazionali di uno sviluppo delle rinnovabili, mercato nel quale “il nostro Paese arranca rispetto ai competitor internazionali e che potrebbe costituire un’importante volano per l’industria del settore, con conseguenti ricadute occupazionali”, conclude.

 

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