Patto per Messina: il modello di sviluppo di Signorino che ripesca la piastra logistica

Il nome scelto per il progetto suona più come uno slogan da coalizione elettorale, invece “Patto per Messina” non è altro che un documento a firma del professore Guido Signorino, condiviso con la giunta e reso noto alla cittadinanza.

In questo momento complesso della vita politica e sociale della città è necessario costruire percorsi di sviluppo sostenibile che definiscano per Messina una prospettiva positiva di fuoriuscita dalla crisi, che offrano alla migliore risorsa che la città ha (i suoi giovani, formati da un sistema educativo locale forte e competitivo) orizzonti di crescita e di espressione delle proprie capacità. Per questo l’Amministrazione sottopone alle forze sociali, politiche, economiche della città alcune idee su cui definire un piano per Messina, articolato su obiettivi di breve, medio e lungo periodo”, così esordisce l’ex vicesindaco che propone di stimolare la ripresa produttiva con l’apertura dei cantieri che “grazie all’impegno di questi anni, sono al nastro di partenza”. Ecco dunque il viatico da cui passerà la ripresa del mercato del lavoro con ricadute occupazionali che daranno beneficio all’intera economia messinese.

Ma non è tutto perché, come scrive l’assessore allo sviluppo economico “Contemporaneamente occorre pianificare interventi sui settori di sviluppo, capaci di generare servizi innovativi, efficienza e nuova dinamica produttiva e di attrarre domanda aggiuntiva ed “esterna” per l’intero comparto produttivo locale. Per far questo è necessario che tutti gli attori sociali, economici, produttivi della città condividano linee progettuali e interventi specifici e facciano fronte comune, mobilitandosi per il loro raggiungimento. Sarà un “Patto per lo Sviluppo”, coerente con le vocazioni della città e le caratteristiche del territorio, nell’ottica della sua valorizzazione e tutela, da articolare sui seguenti punti: Opere pubbliche; Infrastrutture, Urbanistica e Servizi; Difesa del territorio e prevenzione del rischio; Turismo; Attività commerciali e valorizzazione del prodotto tipico; Cultura, Internazionalizzazione, Innovazione; Imprenditorialità giovanile; Città Metropolitana e pianificazione strategica di Messina; Collaborazione istituzionale. Opere Pubbliche é[…] Occorre concentrarsi sulle infrastrutture realizzabili e di impatto (diretto e indiretto) su economia e qualità della vita della città e dei cittadini. Porto, Piastra Logistica e Parcheggi razionalizzano l’assetto dei trasporti”. Ecco che dopo anni di silenzio a riguardo si torna a parlare di un progetto valido, la piastra, per l’appunto: chissà cosa ne pensa Gianfranco Scoglio, che fu promotore dalla prima ora di questa idea che già aveva trovato approvazione dal consiglio (del tempo) salvo poi essere rinchiusa in un cassetto polveroso di Palazzo Zanca, finché Signorino non l’ha ripescata. “L’amministrazione studia un intervento normativo che ricollochi nella piastra logistica il “punto franco” istituito nel 1951 per il porto di Messina, conferendo alla risorsa un forte vantaggio competitivo. Intervento infrastrutturale strategico è la messa in sicurezza dell’acquedotto (stima 6,5 milioni). Il Piau verrà consegnato definitivamente per la metà di maggio”. Si torna a parlare anche di Patto per la Falce che costituisce un elemento importantissimo per lo sviluppo sostenibile e il recupero della città invocato dalla cittadinanza attiva e da numerose associazioni. Il membro dell’esecutivo spazia a più non posso da un tema all’altro come a sciorinare un programma prospettico che tocca ogni ambito di interesse pubblico senza tralasciare nulla: dalla multiservizi, al Masterplan, il turismo -e il modo in cui va intercettata la domanda dei croceristi-, museo, marketing territoriale, urbanistica e mobilità, e così via.

La proposta del docente universitario prevede inoltre che il ricavato dalla tassa di soggiorno, venga impiegato per “ opportune strategie di promozione dell’offerta turistica della città” (?).

Non è tutto: “Dovrà predisporsi un “piano strutturale” (economico, urbanistico, culturale) per la valorizzazione e la fruizione dei 60 chilometri di litorale cittadino”. Incentivi per il commercio, valorizzazione del made in Messina, razionalizzazione degli investimenti infrastrutturali dei mercati. Non manca proprio nulla. Ad un tratto ecco spuntare di nuovo la piastra logistica che “consentirà di razionalizzare la distribuzione delle merci e faciliterà il trasporto all’esterno del tessuto urbano”.

Stop! Fermiamoci un istante: il più maltrattato assessore della storia recente, defenestrato dopo essere stato colonna portante della campagna accorintiana, aver ricoperto il ruolo di vice del sindaco e addirittura essere stato considerato egli stesso primo cittadino dall’opinione pubblica e buona parte della classe politica, dopo un affiancamento del cosiddetto badante poi divenuto “usurpatore” del suo trono (equamente suddiviso tra Eller e Cacciola) sembra improvvisamente aver avuto un guizzo. Quelle messe nero su bianco sono in tutto e per tutto linee guida sulla programmazione del futuro prossimo della città. Del resto, direte voi, è proprio questo che prevede la sua delega: proiettarsi al futuro costruendo i presupposti per raccogliere dei frutti domani. Ma a ben guardare, sembra ci sia proprio di tutto in questo calderone che, a quanto pare, sarebbe stato redatto da Signorino in solitaria e solo dopo condiviso dai colleghi ai quali, grossomodo, non servirebbe altro che seguire il dettami dell’ex responsabile della materia finanziaria comunale. Che sia un modo per dire “io sono ancora qui!” e rivendicare il proprio posto di rilievo all’interno dell’Esecutivo di Palazzo Zanca? O quasi potremmo assurdamente vederci un manifesto elettorale per la tornata che verrà? Di sti tempi niente è da escludere: chissà che non possa essere proprio lui uno dei futuri candidati alla poltrona di primo cittadino o che, quanto meno, ci stia pensando.

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