Eller in difesa della propria dignità e dell’onore risponde a Carbone “senza ciaone”

Sembra uno di quei fidanzamenti tra bimbi piccoli in cui solo uno dei due sa di essere impegnato con l’altro: invece si tratta di persone adulte che tra l’altro rivestono a diverso titolo ruoli istituzionali. La Casablanca tormentata interessa l’assessore al bilancio del comune di Messina Luca Eller Vainicher e il presidente del consiglio e supermegacaposupremo del Pd, Matteo Renzi. Loro stanno insieme ma sembra saperlo solo uno dei due. Nel mezzo poi ci sono varie comparse, personaggetti con smanie di protagonismo, aspiranti prime donne e attori di contorno, amici e nemici, supporters e consiglieri di nascosto, compari e malelingue come in ogni love story pubblica che si rispetti. E proprio come in una soap argentina o telefilm per adolescenti, la vicenda si apre con l’arrivo di una figura circondata da mistero, nella fattispecie l’ex badante oggi membro dell’esecutivo. Il mistero sta proprio tutto in quella appartenenzanonappartenenza al Pd.

Da subito c’è stato chi lo ha etichettato come una specie di inviato speciale del premier (o chi per lui) in riva allo Stretto per prendere in mano la situazione di una giunta allo sbaraglio senza Dio né partito. Ma il neoassessore smentisce categoricamente dalla prima ora. Lui si presenta come una sorta di battitore libero, libero ma innamorato evidentemente di Matteone. Guardando la sua bacheca non ci si metterà molto a cogliere l’ammirazione dell’amministratore verso il capo del Governo e il suo partito, un partito al quale apparentemente sente di appartenere pur non avendo ancora rinnovato la propria tessera per l’anno in corso. Un partito che, oltretutto, sembra non volerlo proprio tra le proprie fila: questo ciò che non manca mai di evidenziare il commissario democrat Ernesto Carbone che su Eller ha costruito un pezzetto della propria bizzarra (quanto discutibile) strategia comunicativa. Lo rinnega dopo la sua entrata in giunta, lo epura a mezzo social, lo caccia dall’assemblea cittadina e lo contesta ribadendo quanto non sia gradito con un’ulteriore uscita. E proprio a seguito di un’intervista rilasciata ad Rpt e di un presunto Tweet del parlamentare cosentino (dicesi presunto perché sul profilo del democrat non si legge) il professionista toscano affida un commento al suo wall di Facebook che di seguito riportiamo integralmente: “E’ bene che siano chiare poche questioni. Ci sono di mezzo la mia dignità e il mio Onore. Ed inoltre, questo conta davvero, il cambiamento e il rilancio del nostro grande Paese. Con buona pace di Ernesto Carbone (che dovrebbe valutare in modo magnanimo l’autentico sforzo in atto per migliorare Messina) nessuno mi ha espulso. Per ora io non ho chiesto il rinnovo della tessera pd. Ciò per togliere imbarazzi. Oppure, sono una persona disdicevole? Allora me lo dica, sulla base di che cosa, dopo tutto quello per cui ho combattuto in vita mia! Inoltre, rispetto Ernesto e sono sempre stato silente, ma lui non può credere di essere il depositario unico del “verbo” od altro. I galloni ci si conquistano in battaglia. Non solo per una investitura politico–partitica che potrebbe sempre essere discutibile. Alla fine dei salmi vedremo chi avrà operato meglio per Messina, la Sicilia e il Sud. Vuole “espellermi” dalla faccia della terra perché lotto per la causa Messina o vuole provare a ragionare pacatamente anziché nascondersi dietro puerili anatemi contro l’eretico di turno (trivelle docet)! Stiamo tutti insieme dalla parte di Messina e dei messinesi. Esiste certamente un terreno di confronto concreto sulle cose da fare. Oppure lui è già obsoleto e da rottamare per settarismo e inconcludenza. Ciò detto, senza polemizzare oltre ma sinceramente preoccupato per altre sorti, non vado oltre per il bene della Patria. Mi rimetto i panni tecnico istituzionali e continuo a fare il bene pubblico. Pur con ruoli diversi, questa è la vera sfida che ci dovrebbe vedere fianco a fianco! Altro che storie. Con rinnovata stima all’amico e compagno Ernesto (senza Ciaone)”

@EleonoraUrzìMondo

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