Parte il “referendum day” del Pd, anche a Messina la raccolta firme per il “SI”

Il Pd Messina è pronto per il referendum day di sabato 21 maggio. A Piazza Cairoli dalle 10 alle 20 inizierà la raccolta delle firme per la convocazione del referendum di ottobre, quando i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi sulla riforma costituzionale approvata dal Parlamento, il cosiddetto ddl Renzi-Boschi.

La campagna per il Sì è stata presentata nella sede dei Freedem, alla presenza dell’onorevole Tommaso Currò, di Alessandro Russo e Giuseppe Siracusano. Presenti anche Francesco Palano Quero, Giacomo D’Arrigo, Liliana Modica, Filippo Cangemi e Dario La Rosa.

“Questa forte mobilitazione è necessaria per incidere sul processo decisionalefinale di una riforma che aspettiamo da vent’anni – sottolinea Russo, che ha ripercorso l’evoluzione dell’istituto referendario, ribadendo che la scelta della raccolta firme tra i cittadini “non è un atto formale indispensabile per indire il referendum costituzionale, ma politico: il Pd ha voluto comunque che ci fosse un coinvolgimento popolare ”.

A prendere la parola anche Giuseppe Siracusano, dell’area Cuperlo e vicino al deputato Panarello: “questo è il partito che ci piace, che scende tra la gente, che si attiva per una mobilitazione senza mediazioni, per riscoprire il senso della politica. Un rinnovare il nostro impegno per ricostruire un partito della gente”.

L’articolo che disciplina dettagliatamente il procedimento di modifiche costituzionali è il 138, che prevede che le leggi che modificano la Costituzione debbano essere approvate da Camera e Senato con due successive deliberazioni a intervallo non minore di tre mesi, e approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera.

“Un articolo pienamente rispettato da questo referendum che – spiega il deputato Tommaso Currò – a differenza da quello abrogativo che prevede anche la “terza via” dell’astensione, permette ai cittadini di esprimersi con un si o un no  e dare un giudizio sulla riforma. Per la prima volta la politica riesce a riformare se stessa, dopo il fallimento del tentativo di Letta, di cambiare l’assetto dell’ordinamento repubblicano.”

 

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