“Dimissioni di oggi con le ragioni di ieri”: Ialacqua sulla scelta di Lo Presti e Sturniolo

Commenti alle dimissioni di Nina Lo Presti e Gino Sturniolo non tardano ad arrivare anche dagli ex vicini di percorso, un percorso poi biforcatosi in due diverse strade divise e spesso opposte: gli accorintiani rimasti fedeli e i due outsiders che, dopo essere fuoriusciti dal gruppo, hanno deciso di compiere il passo più estremo, quello dell’abbandono dell’assise comunale.

Diversi gli attestati di stima e solidarietà giunti ai due (ormai) ex consiglieri da società civile, supporter, colleghi e persino qualche giornalista. Ma c’è chi non ha condiviso la scelta compiuta dai due. Un post, dell’attuale capogruppo di CMdB, Lucy Fenech, è già rimbalzato su varie bacheche di utenti che hanno condiviso il suo messaggio. Ma non è la sola ad aver affidato a Facebook una riflessione a riguardo. Anche l’assessore Daniele Ialacqua ha condiviso sui social la propria riflessione in merito.

Di seguito riportiamo il post comparso nel wall dell’amministratore.

Non è usuale vedere qualcuno che si dimette solo per ragioni politiche e non per essere sotto inchiesta, per essere stato rinviato a giudizio, per essere stato sfiduciato da chi lo aveva nominato. Profondo rispetto dunque per la scelta dei due consiglieri del gruppo misto, ex compagni di viaggio, avvenuta in un contesto ed in un momento politico e sociale della nostra città opaco per non dire torbido. Ho però l’impressione, leggendo le loro motivazioni, che ci si dimetta oggi con le motivazioni di ieri. Perchè oggi queste dimissioni? Perchè è frustrante non ottenere risultati? Perchè ritenete che la giunta Accorinti non ha realizzato quanto promesso? Perchè dite che il consiglio comunale è delegittimato viste le compravendite di voti che emergono dalle inchieste in corso? Perchè si allontana sempre più il palazzo dai cittadini? Ma quando ci siamo imbarcati insieme a voi nell’avventura di Cambiamo Messina dal Basso – Renato Accorinti sindaco lo sapevamo tutti che non sarebbe stata una passeggiata, che la campagna elettorale sarebbe stata dura conoscendo le collaudate “tecniche” per raccogliere il consenso attuate da certi ambienti politici a suon di pacchi di pasta, ricatti occupazionali, soldi. Nonostante tutto abbiamo continuato “a mani nude” ed abbiamo vinto. Sapevamo che in un’aula con 4 consiglieri su 40 non sarebbe stata facile, che avremmo avuto tutto e tutti contro, compresi poteri forti e più o meno occulti, ma abbiamo resistito. Sapevamo che i problemi erano tanti, troppi, che sarebbe stato tutto in salita, e così è stato. Non ci siamo stupiti più di tanto per gettonopoli ed i cambiamenti di casacca, era proprio per questo che la maggioranza degli elettori aveva votato per la proposta di governo incarnata da Renato e non per chi rappresentava la vecchia politica. La Matassa poi porta prove giudiziarie a ciò che già sapevamo e non c’è da aspettare una sentenza per condannare politicamente un certo modo di fare politica. Ed allora? Sapevamo tutto questo già da quando siamo saliti a bordo, consapevoli che era una nave che aveva già tante falle, ed ognuno di noi ne ha avuta una da tappare. Con il tempo c’è chi è stato travolto dall’acqua o chi ha aperto altre falle e c’è pure chi ha preferito salire sulle ultime scialuppe di salvataggio, ma c’è ancora tanta gente che sta disperatamente cercando di chiudere il maggior numero di falle possibili, che non molla, che non abbandona il suo posto, per non fare affondare la nave che gli è stata affidata ed arrivare in porto. Se si abbandona la nave ora, non ha avuto senso neanche salpare”.

@EleonoraUrziMondo

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