Sedie vuote per il previsionale 2015: resoconto di una seduta senza consiglio

Si sapeva che il ritorno a casa sarebbe avvenuto tardi e a mani vuote. I lavori d’aula del consiglio comunale convocato per ieri alle 18.30 prevedevano due step essenzialmente: in primis la ratifica dell’ingresso delle tre new entry a sostituzione di dimissionari e “dimissionato”, in secundis la discussione dell’atto finanziario più carnascialesco mai visto dagli enti locali della storia repubblicana. Il previsionale, la cui delibera è stata prelevata ieri su richiesta del consigliere forzista Pippo Trischitta, non è stato votato e per la precisione non è neanche stato discusso.

In sala consiliare era schierata mezza giunta tirata a lucido, c’erano anche i membri del consesso che però, via via, uscivano di scena in punta di piedi uno per volta salvo l’ultimo gruppo che si è avviato compatto alla porta quando i lavoratori hanno iniziato ad inveire pesantemente contro un consesso e un esecutivo dai quali ritengono di non ottenere risposte. La causa dei ritardi non è certo da addebitarsi ai 40 dell’aula: “la responsabilità sta dall’altra parte, viene dall’altra ala del Palazzo”, ha affermato la capogruppo del Pd, Antonella Russo, ma questo non ha arginato lo sfogo della disperazione dei lavoratori che dalle 20 in poi hanno iniziato a far sentire la propria voce, perché quando le cose non vanno e la sfiducia nelle istituzioni è a tali livelli, sono tutti indistintamente colpevoli per la massa che non distingue le responsabilità ma guarda l’insieme e al gruppo completo affibbia la colpa di tutto.

Un male che va ben aldilà del semplice scenario locale e che vede ragioni profondamente radicate nella crisi socioeconomica e politica dell’intero Paese certamente. Ma diciamo anche che da questa parte dello Stretto non si fa poi troppo per dare un’idea di buona amministrazione della cosa pubblica. Durante un intervento del consigliere Giuseppe Santalco che mostrava preoccupazione e indignazione (vedi articolo a riguardo) per i velati diktat del commissario democrat Enresto Carbone -il quale nel pomeriggio aveva dichiarato che votare il previsionale fosse un atto da irresponsabili- la folla che assisteva alla seduta si è infiammata e un gruppo di lavoratrici, con a fianco la segretaria Cgil Clara Crocè, ha iniziato ad inveire contro l’assise: “da qui non se ne va nessuno finché non votate il bilancio”, strillavano ( vedi articolo e di seguito un video dei disordini).


Gli scontri (verbali) sono andati avanti anche fuori dall’aula, con forti contestazioni che hanno interessato, tra gli altri, anche il consigliere Carlo Cantali (vedi video di seguito) e, non perché fosse reputato più responsabile di altri, si badi, ma perché nel frattempo, molti suoi colleghi avevano lasciato la seduta se non addirittura il Palazzo.

Dopo una lunga sospensione, il consiglio è tornato al lavoro, ma solo per qualche istante: 21 voti a favore del prelievo della delibera e appena 4 minuti dopo, già mancavano all’appello 4 elementi, carenza sufficiente a far cadere il numero legale. Un aggiornamento di lì ad un’ora per trovare i numeri necessari a far proseguire il dibattito, o per meglio dire farlo iniziare. Niente da fare: poco prima delle 23.00 bambole raccolte e soprabiti indossati per lasciare definitivamente Palazzo Zanca. Al nuovo appello i presenti sono solo 14: rispetto alla precedente chiamata mancano Maurizio Rella, ultimo arrivato -proprio ieri- nella squadra accorintiana -almeno sulla carta il gruppo è quello-, Benedetto Vaccarino, Francesco Pagano e Simona Contestabile. Rientra invece la capogruppo Ncd, Daniela Faranda.
La seduta è stata dunque rinviata ad oggi, stesso posto stessa ora è, verosimilmente, anche stessi assenti -se non proprio tutti, buona parte-.

 

@EleonoraUrziMondo

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