#Vipera – Benvenuti a Messina: città dalle saracinesche chiuse!

di Eleonora Urzì Mondo – Ok. C’è la questione della burocrazia che definire farraginosa è eufemistico, c’è il regolamento Cosap le cui modifiche sembrano diventate una leggenda metropolitana, c’è un costo degli affitti degli immobili immotivatamente alto, le aree pedonali che -a Messina- dove le metti fai danno, e poi c’è la crisi da cui non si esce più, la competizione schiacciante dei grandi brand internazionali e dei franchising che aprono anche in città, la gente che non ha voglia nè denaro per stare in centro a fare acquisti è sempre di più preferisce Reggio (e la sua isola) o Catania per lo shopping.

saracinescheCerto è che la vita per i commercianti già di per se non è semplice, a questo si aggiunge lo stereotipo un po’ vintage del “domenica è sempre domenica” e quando, in meravigliose giornate soleggiate come quella odierna, attraccano al porto ben 4 navi da crociera, tutto quello che viene da chiedersi è per quale ragione le saracinesche siano abbassate.

Ai turisti non resta che vagare (senza segnaletica adeguata o indicazioni in lingua) per il centro storico, tra le bellezze nostrane, i cannoli e i dolci di qualche saggio pasticcere che non chiude ormai neanche la sera, e i venditori ambulanti che propongono borse contraffatte e portafogli di plastica. Il messinese sì che sa fare affari!

E allora, la burocrazia rappresenterà anche un “muro di gomma” come sottolineato in seduta di decima commissione qualche giorno fa dai rappresentanti degli esercenti e dal presidente Daniele Zuccarello ma, anche gli imprenditori non è che si aiutino poi tanto. Sai com’è: aiutati che Dio t’aiuta!

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