Teatro Vittorio Emanuele: dati sovrastimati. Le ragioni del no dei revisori dei conti

Un dato sovrastimato”, alla base del parere negativo che i revisori dei conti hanno fornito al previsionale 2016-2018 del Teatro Vittorio Emanuele.

Una circostanza già vista e sentita anche dentro il palazzo municipale, quella che porta a non individuare corrispondenze tra previsioni e consolidato. L’esperienza del passato (come sono i revisori stessi a puntualizzare nel proprio documento) diventa un monito affinché non si ripetano errori del passato. E così Salvatore Jervolini e i due componenti del collegio che presiede, Fabio Turano e Lorenzo Granata, analizzati i numeri, entrate ed uscite, pongono il loro nein sul documento.

Dopo approfondita disamina si rileva come tra le previsioni in entrata vi siano dei dati oggetto di rilievo”, scrivono. Quali? Principalmente le voci “entrate dalla vendita ed erogazione di servizi”, laddove la previsione definitiva 2015 si assestava su euro 1.803.500,00 mentre il consolidato si fermava ad euro 1.033.744,54 . Nel previsione 2016 si parla addirittura di un aumento rispetto a quelle previsioni disattese dell’anno precedente, considerando un potenziale di euro 1.927.000. Pallottoliere alla mano, la differenza tra previsione 2016 e consolidato 2015 è di ben euro 893.255,46.

Questo collegio ritiene che la previsione per l anno 2016 in quanto non supportata da documenti a comprova delle previsioni, non risulta attendibile sulla scorta dei principi cardine del bilancio, ossia della coerenza, veridicità, prudenza, con specifico riferimento alla quantificazione delle somme da iscrivere nei capitoli di entrata escludendo quindi previsioni di entrate aleatorie”, motivano i revisori i quali richiamano in causa l’esperienza dell’anno passato, reo -in termini di previsioni- d’aver “tradito le aspettative dell’Ente, a fortiori, se si considera che relativamente al secondo semestre del corrente anno, tra gli atti trasmessi non figura alcuna relazione programmatica, circa l’attività afferente il secondo semestre; presupposto, questo, fondamentale per la fase previsionale”.

Ma si va avanti: il collegio evidenzia come nella voce entrate, vi sia un budget di euro 100.000,00 “proveniente dalla previsione del contributo ordinario del comune di Messina”, contributo che “non risulta essere supportato da alcun atto ufficiale da parte dell’Ente locale di che trattasi”.

Tra le previsioni vengono inclusi fondi regionali di € 3.797.000  per il 2016, per il 2017 di € 3.607.000,00; e per il 2018 di € 3.427.000,00.

Bene per le spese correnti- redditi da lavoro dipendente: “Si prende atto che sono stati rispettati i vincoli imposti dalla L.r. n. 11/2010. Il relativo dato si attesta, per quanto concerne l’anno 2009 a euro 3.197.569,54 a fronte del dato corrente pari a euro 2.890.73,71.

E’ stato altresì rispettato il limite del 12% relativo al salario accessorio e indennità a vario titolo”.

Se per tali uscite il dato appare supportato da elementi del bilancio congenti, per quanto concerne le entrate, questo collegio torna a rilevare come il dato esposto sia sovrastimato in quanto le entrate derivanti da previsioni afferenti provvidenze da parte di enti territoriali- con particolare riferimento alle aspettative inerenti il contributo da parte del comune di Messina- in quanto non supportato da alcuna deliberazione agli atti, da parte dell’Ente locale-, oltre che, come già espresso, con riferimento alle previste entrate da botteghino, in particolare queste ultime appaiono da mitigare involvendo ad euro 4.382.931,00.

Le entrate derivanti da contributi di parte pubblica, e attestando l’entrata sul corrispondente dato consolidato, e di cui al conto consuntivo 2015. inoltre la voce “sponsorizzazioni” in entrata per euro 100.000,00 non apare supportata da atti a sostegno della stessa”. Cifre che, come gli stessi ribadiscono, risultano aleatorie. Non sarebbero state attese alcune norme stabilite dall’assessorato regionale all’economia, oltretutto.

La minuziosa analisi dei professionisti tocca ancora i contributi per l’attività e la programmazione delle stagioni teatrali per la gestione della struttura teatrale. “Nonché per la stabilizzazione dell’orchestra del teatro Vittorio Emanuele di Messina”. Ci si riarma di pallottoliere e: La sommatoria di tali dati restituisce un importo di euro 4.000.000,00 considerati per difetto , cui vanno sommate le spese di produzioni spettacoli 2.525.076,57 per un ammontare di euro 6.525.000,00 circa a fronte di entrate previste per 7.000.425,35

In aumento le spese di comunicazione esterna, oltre che doppiate rispetto al passato. Un paragrafo a sì viene dedicato alla stabilizzazione dell’orchestra, a cui la legge regionale destina il 20% del contributo destinato all’Ente da Palermo. Una norma in essere dal 2003 ma rimasta fino ad oggi ignorata.

Per tali ragioni (dettagliatamente esposte nel verbale di seduta che trovate cliccando qui) il collegio non ha dato il suo beneplacito all’atto che ha ricevuto parere negativo.

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