Garanzia Giovani. Zafarana: “un’occasione trasformata in incubo per molti giovani”

Nonostante gli entusiastici annunci al termine della visita della delegazione di parlamentari europei in Sicilia, a Catania e a Messina, la Garanzia Giovani è stata un’esperienza che ha prodotto troppe aspettative a fronte di soluzioni mal governate a livello locale, per molti giovani fallimentare, in molti aspetti da ripensare. A quanto pare anche a Bruxelles il PD nasconde la polvere sotto il tappeto”. E’ netta la posizione della deputata messinese, Valentina Zafarana che, già in tempi passati, aveva avuto parole di profonda condanna per il progetto gestito in modo errato. Alla visita ispettiva a Catania e Messina, effettuata insieme alla Commissione Controllo dei Bilanci e a rappresentanti della Corte dei Conti, erano presenti anche gli eurodeputati M5S Marco Valli e Laura Agea. Un appuntamento realizzato su iniziativa dei parlamentari pentastellati con una rappresentanza dei giovani tirocinanti per i quali la Garanzia Giovani è stata “un estenuante percorso a ostacoli”, come lo definisce la Zafarana, la quale chiede a nome del suo gruppo che il prossimo programma sia rimodulato apportando i dovuti correttivi. “In particolare, sono necessari più informazioni da parte delle istituzioni preposte al trattamento dei dati e maggiori controlli, per evitare che si ripetano gli insopportabili ritardi nei pagamenti o peggio ancora, casi di abuso del tirocinio come vero e proprio lavoro subordinato”. Garanzia Giovani, secondo le analisi della delegazione, non porta risultati tangibili in termini di creazione di nuovi posti di lavoro, “dato confermato anche dalla relazione della Corte dei Conti europea. Per questo motivo, secondo noi, il programma va rivisto, orientandolo al conseguimento di risultati concreti per aumentare l’occupazione in sinergia con lo sblocco degli investimenti pubblici”, affermano i 5 Stelle.

Ci sono anche gravi problemi amministrativi e burocratici – specifica la deputata messinese – che impediscono ai ragazzi di ricevere in modo puntuale i pagamenti per il lavoro svolto. A oggi, dopo aver chiesto spiegazioni alle autorità nazionali, regionali, all’Inps, non abbiamo ancora compreso le ragioni dell’eccessiva prenotazione di tirocini, che ha portato ai 47000 giovani avviati ai tirocini contro i 9485 previsti dalla delibera di Giunta del 13 maggio 2014, probabile motivo del ritardo nei pagamenti. I giovani, però, hanno lavorato regolarmente e, oltre a non aver percepito alcuna retribuzione, spesso hanno dovuto anticipare di tasca propria le spese per il trasporto e il vitto: una vera e propria vergogna – conclude – ancora di più in un Paese nel quale chi governa percepisce stipendi e rimborsi d’oro”.

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