Franza al Sindaco, “non finanziamo la Vara”. Cmdb “cultura del ricatto”

O il Sindaco prende le distanze da quanto dichiarato dalla consigliera Ivana Risitano o non ci saranno soldi da destinare alla Vara. Questo in sintesi quanto scritto da Vincenzo Franza in una lettera dove tra l’altro si legge che “l’intervento di Caronte Tourist può ben dirsi tradizionale giacchè da almeno 10 anni la società non si sottrae alla collaborazione richiesta dall’Ente locale, in ragione del proprio radicamento nel territorio e dell’intento di venire incontro ai sentimenti più profondi della cittadinanza” . Ma quest’anno l’attaccamento al territorio dell’imprenditore è messo in crisi dal dibattito scatenato dalle parole della consigliera di CMdB.  Franza non ha gradito la presa di posizione politica del movimento, che non ha tardato a rispondere alla lettera che l’armatore ha inviato ad Accorinti.

“Quando la consigliera comunale di Cambiamo Messina dal Basso Ivana Risitano ha sollevato il problema degli sponsor etici, intendeva proprio questo – si legge in una nota – L’arroganza e la volontà di controllo sulla città del più grande gruppo di potere messinese sono venute allo scoperto. Si mette sotto ricatto un’intera comunità minacciando di ritirare il finanziamento per la Vara, la tradizione più importante e più sentita dai messinesi, e facendo leva sul comune fervore religioso, a condizione di una totale e supina sottomissione politica.

È stato chiesto al signor Franza, da parte della nostra rappresentante in Consiglio, di rispettare il pagamento degli Ecopass e l’ordinanza anti-Tir, di abbassare inoltre le erosissime tariffe per i residenti, e di attenersi al rispetto delle regolari procedure di legge, nel caso in cui si intendano sponsorizzare le iniziative culturali del Comune quali il concerto al Gran Camposanto.

In merito proprio al rispetto del regolamento comunale sugli sponsor, Ivana Risitano ha presentato da settimane un’interrogazione all’assessora alla cultura Daniela Ursino, che non ha mai avuto risposta. La Vara è una festa popolare, che appartiene a tutti i messinesi, non è l’iniziativa culturale che si concerta in un gruppo di amici, e farla diventare uno strumento di pressione e di coercizione politica è un atto assolutamente ignobile e antidemocratico. Già in passato il signor Franza aveva minacciato licenziamenti del personale, in occasione dell’emanazione dell’ordinanza anti-Tir, ricorrendo a un vero e proprio ricatto occupazionale. Oggi purtroppo il copione sembra ripetersi. Una cosa è certa: se il signor Franza ha sinceramente a cuore la festa della nostra patrona, agirà di conseguenza e non anteporrà il desiderio di vendetta all’interesse della città.

Se invece prevarranno la ripicca e un incommentabile tentativo di strumentalizzazione, noi saremo felici di appartenere a quella fetta di popolazione che ritiene che alla cultura del ricatto si risponde con la dignità delle donne e degli uomini liberi.”

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