Sindoni day: l’aula si astiene dal votare la decadenza della consigliera

Rapporti umani o tutela del rispetto delle norme? Un dilemma quasi amletico che ben identifica quanto oggetto di riflessioni e voto oggi a Palazzo Zanca: una dicotomia che viene ben evidenziata da Gennaro Gennaro (Pd) il cui gruppo consiliare prende una posizione netta rispetto alla decadenza di Donatella Sindoni. Il Partito Democratico (eccetto Claudio Cardile che era assente) , Cambiamo Messina dal Basso (nella formazione completa) e l’azzurro Fabrizio Sottile, gli unici a votare favorevolmente la delibera. Astensione per tutti gli altri che hanno preferito non pronunciarsi in alcun senso, almeno in termini di voto perché poi, nei fatti, al dibattito non ci si è mica sottratti.

Una vicenda lunga quasi un anno tra attese di pareri, conferenze stampa, solleciti, diffide e chi più ne ha più ne metta. Se la delibera inerente la situazione della consigliera genovesiana oggi avesse avuto parere positivo dai 40 dell’aula (29 in realtà, gli altri restanti non sono pervenuti) si sarebbe creata anche la condizione per aprire un ulteriore fronte sulla sostituzione. Infatti, vale la pena ricordare che nel valzer dei subentri targati Pd 2013 (anno delle amministrative), si sarebbe ripetuta la vicenda del post David: per la serie sotto a chi tocca e che, possibilmente, sia a piede libero, grazie. Pertanto il “primo dei non eletti”, Giovanni Cocivera, in attesa di giudizio per la questione degli aborti clandestini al Piemonte, avrebbe per così dire “saltato il turno” -anche se pure su questo si è discusso circa la possibilità di far comunque subentrare l’ex Pdl alla Sindoni, previa autorizzazione del Giudice, ovviamente-, lasciando il posto all’avvocato Giuseppe Siracusano. Quest’ultimo, non più tardi di qualche giorno fa, aveva presentato una diffida affinché il consiglio facesse quanto in suo dovere: si pronunciasse insomma.

Ma che fosse “dovere” dell’assise non è proprio parere condiviso da tutti i suoi membri -a partire da un altro principe del foro, il consigliere di Felice per Messina, Giuseppe Santalco-.

Tra pareri discordanti e arringhe degne delle “migliori” assise, il voto che, su richiesta della capogruppo di CMdB, è avvenuto per appello nominale, è stato caratterizzato dalla non pronunciazione o dal fuggi fuggi di chi, in aula, ha lasciato il proprio posto prima che si procedesse con la chiamata singola. Astenutasi correttamente la protagonista della vicenda. Come lei, lasciano i lavori anche il Nuovo Centrodestra, il vicepresidente Nino Interdonato e Angelo Burrascano. Non prende dunque una posizione quel consiglio che sull’argomento o non è preparato o semplicemente rifugge il proprio dovere.

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