Gestione Amam “poco limpida”: il dossier di CMdB finisce in Procura

“Chiediamo che la rimozione di Termini avvenga il prima possibile.” Parole chiare e una presa di posizione netta quella del movimento Cambiamo Messina dal Basso, che in una conferenza stampa ha presentato un dossier sulla gestione dell’Amam, consegnato al Sindaco che a sua volta l’ha portato in Procura, affidando ai magistrati il compito di cercare responsabilità su varie anomalie emerse.

ivana_risitano“Un’azienda che spende 5-6 milioni all’anno ricorre ordinariamente all’affidamento diretto e al cottimo fiduciario” ha sottolineato la portavoce del movimento Vittoria Faranda, che con Federico Alagna ha spiegato come l’inchiesta si riferisse agli ultimi 3 anni di gestione dell’azienda. “Un lavoro di squadra, grazia al quale abbiamo verificato che  figurano sempre le stesse 4 o 5 ditte o cooperative aggiudicatarie dei servizi e delle forniture. Così come è emerso che nello stesso anno risultano decine di affidamenti alla medesima ditta per evitare la soglia che prevede la gara d’appalto”.

Nel mirino di Cambiamo Messina dal Basso anche il call center dell’Amam, che dovrebbe funzionare 24 ore su 24, e che costa 40mila euro l’anno. Un servizio che esiste solo sulla carta.

“Paradossalmente, parlando di acqua, ho riscontrato opacità, non trasparenza”, ha ribadito la consigliera comunale Ivana Risitano, che ha sottolineato come anche sul sito ufficiale risultano solo gli atti e i bandi del 2016, e neanche tutti. E risulta di difficile accesso”.

Presente anche Cecilia Caccamo: “la sinergia con l’amministrazione, quando è possibile – ha detto – dà valore a tutta l’esperienza.”

 

 

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