Bufera sulla Barrile: presunta incidenza sull’affidamento di appalti AMAM. Ma la Presidente si dice “serena”

Hanno lamentato poca trasparenza nella gestione dei lavori che Amam appalta a terzi, i rappresentanti del comitato di Cambiamo Messina dal Basso che, qualche mattina addietro, hanno illustrato le anomalie riscontrate in oltre un semestre di ricerche e analisi riassunte poi in un dossier.

Ma c’è di più, perché le conclusioni a cui sono arrivati gli attivisti del movimento cittadino, andrebbero al di là delle semplici contestazioni al modus operandi dell’azienda che farebbe ricorso sistematico ed esclusivo alle procedure di affidamento in economia”; quel che preoccupa CMdB è soprattutto la promiscuità, quella tra l’Ente e la politica. Esce fuori il nome della Presidente del Consiglio Emilia Barrile, che sarebbe indirettamente interessata dalla questione. Come riporta anche la GdS di ieri, infatti, una delle cooperative maggiormente presenti tra le vincitrici di appalti -non solo nel caso Amam ma anche per Ato3, come le cronache di qualche tempo fa avevano già raccontato- è la Universo e Ambiente con sede in un appartamento di proprietà di una società di Francantonio Genovese. Inoltre, amministratori unici della coop sono stati dapprima Margherita Adamo, storicamente vicina alla fist lady del civico consesso e poi Giacomo Crupi cugino della Presidente ma che, ad oggi, non riveste più quel ruolo. La ditta non è nuova ad essere scelta tra altre, avendo già avuto in passato, diverse volte, la meglio sui competitors.  Ma non si tratta di ripetuti e costanti affidamenti diretti. In occasione di gare a ribasso, la Universo e Ambiente si è accaparrata appalti presentanti con ribassi arrivati anche ad un -41%.

Le considerazioni all’indirizzo della Barrile non finiscono qui, però, perché, oltre all’amica e al cugino (acquisito) al vertice di una coop appaltatrice -tra l’altro, anche- di servizi di pulizia degli immobili dell’Amam, viene fuori che entrambe le figlie della ex democrat poi traghettata in Forza Italia, siano state per un periodo impiegate presso la stessa.

Intanto la Presidente del Consiglio Comunale di Messina, che abbiamo raggiunto telefonicamente, si dice assolutamente serena rispetto alle accuse rivoltele (perché, di fatto, la si accusa di aver avuto un ruolo nella gestione di questi appalti, grosso modo).

Non sono certo mancate, invece, le reazioni a Palazzo Zanca: e se da una parte c’è chi reputa più opportuno sporgere denunce in caso di illeciti riscontrati e documentabili, limitandosi a portare le carte in Procura, dall’altra, c’è chi si appella al buonsenso e l’opportunità di evitare i conflitti d’interessi o le inadeguatezze che in un tale momento di sfiducia verso le istituzioni fanno male alla salute dei rapporti. Quindi la questione trasparenza diventa essenziale: troppa o troppo poca?

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