Vigili in protesta: il diritto alla tutela della dignità

Ok mettiamola così, esiste un diritto costituzionale -mica pizza e fichi- che garantisce agli individui che svolgono un lavoro di essere pagati per questo. E non solo il lavoro è uno dei pilastri della società democratica della nostra repubblica, ma soprattutto la tutela della dignità di chi svolge la propria attività deve essere garantita.

Intendiamoci, se degli agenti della Polizia Municipale decidono di proclamare un’assemblea per il 15 agosto, giorno in cui la loro azione è fondamentale per garantire il regolare svolgimento della più importante festa cittadina, è evidente che ci sarà qualche motivazione meno banale della poca voglia di fare il proprio dovere. Se da anni i vigili di casa nostra sopportano di essere mortificati e prendere calci nei denti ogni qual volta gli stipendi non vengono canalizzati per tempo, i buoni pasto vengono cancellati, il fondo miglioramento servizi viene promesso di mese in mese e, di mese in mese, “puntualmente” rinviato, se gli straordinari e gli extra vanno elemosinati, e se il tutto viene sopportato in modo assolutamente silenzioso senza occupare Palazzo Zanca ad ogni piè sospinto, questo non significa che anche questa categoria non meriti di essere garantita come tutte le altre. La cittadinanza potrà anche pensare siamo davanti ad una schiera di lavativi, e molti messinesi (maleducati) vedono nella Polizia Municipale un agglomerato di smidollati che non intendono muovere le terga da comodi uffici -a parte che, forse, in troppi non sono consci delle condizioni fatiscenti in cui versano le caserme-; ma si tratta di una visione parziale e poco chiara delle situazioni reali. Ci sono certamente gravi problemi all’interno di un corpo che è sotto organico, i cui agenti hanno un’età media altissima (over 50), ove ci sono componenti che non hanno mai lavorato in strada pur essendo abili ai servizi esterni (e, di contro, ci sono persone anziane -perché sono anziane e a volte con patologie assurdamente non riconosciute- che dirigono il traffico). Ci sono e ci saranno sempre milioni di cose che non vanno in questa Polizia Municipale che non è vicina alla città e che la città non trova funzionale alla difesa del territorio -se chiami la Centrale Operativa ti sentirai dire la più sgradevole delle verità: “Signora/e non ho pattuglie da mandare”, frase che manderebbe in bestia anche un Santo. Che rapporto col territorio vuoi si instauri così?-. Ma prendersela con i singoli agenti e pensare sia colpa di tutti è una sciocca follia.

In ogni ufficio pubblico assistiamo a scene di ordinario fancazzismo e, d’altra parte, non di rado, ci si può imbattere in dipendenti e funzionari che lavorano strenuamente e senza sosta. Le mele marce ci sono ovunque, anche tra i cittadini che oggi salgono su un pulpito -di cui pensano erroneamente d’esser degni- giudicando la scelta di una categoria di lavoratori che sono padri, madri, donne e uomini che hanno scadenze, bollette, mutui da pagare e tasse da versare, per sè e, a volte, anche per conto terzi (in un’Italia in cui un genitore campa a vita i figli e, non di rado, anche nipoti e pronipoti). La sensibilità dei messinesi crolla sotto il peso del piacere di criticare anche in questo caso e questi indegni e cattivoni dei vigili piuttosto che ricevere solidarietà vengono insultati sui social network e a commento di articoli che riportano la notizia di un’assemblea indetta allo scopo di elemosinare un semplice diritto. Che poi verranno precettati e, volenti o nolenti, saranno obbligati a coprire un servizio minimo è un’ovvietà che non stupirà, ma intanto è precipuo diritto di queste persone protestare contro chi non gli garantisce una sicurezza di base perché manca un dirigente, c’è un intoppo al software, l’ufficio stipendi funziona a singhiozzo o ha sovrapposizioni, e robe di questo genere che possono essere reputate normali solo in questa Messina che sembra sempre più Topolinia (cit. L.B.) . A voi sembra normale avversare chi reclama un proprio diritto? Se la pensate così, legittimo contestare questa protesta. Ma, occhio a non sventolare bandiere rosse alla prossima discesa in piazza perché i lavoratori sono tutti dannatamente uguali e i diritti pure! E questi, di lavoratori, stamattina sono in riunione con il sindaco (e verosimilmente Cacciola, Eller -che ha seguito la situazione sin dall’inizio cercando di sbrogliarla- e forse qualche dirigente) che li ha convocati, probabilmente, per trattare una soluzione che non metta a rischio l’ordinario previsto in occasione della manifestazione del 15 agosto ma che, difficilmente, prevederà l’erogazione del dovuto prima del ferragosto sui conti dei dipendenti. Come se, in fondo, dover pagare le spettanze fosse una situazione straordinaria e imprevista nella quale si è incappato senza rendersene conto.
Alle promesse dei primi giorni del mese (vedi articolo) non fanno seguito le azioni? Le scuse si inseguono come supercazzole alla Tognazzi? E noi ancora a parlare di intoppi e contrattempi? Ma va là…questa è “ordinaria amministrazione”.

In tutto questo, una domanda sorge spontanea -Lubrano docet-: ma il comandante Ferlisi dov’è e che dice a riguardo?

Fatto sta che tutta la situazione ha dell’assurdo. Manca solo si levi una voce dal Palazzo (dalle strade o, ancor più semplicisticamente, da una bacheca di Facebook) che strilli : “Se non hanno più il pane, che mangino brioches”!

@EleonoraUrzìMondo

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