Furbetti dal cartellino a Milazzo: indagati 59 dipendenti comunali

Truffa ai danni dello Stato: questa l’accusa per 59 dipendenti del Comune di Milazzo, nel mirino dei finanzieri della Compagnia di Milazzo che nelle prime ore del mattino di oggi hanno notificato altrettante misure cautelari dell’obbligo di firma dinanzi alla polizia giudiziaria.

L’ordinanza contro i dipendenti assenteisti  è stata emessa dal gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto Fabio Gugliotta su richiesta del procuratore di Barcellona Pozzo di Gotto, Emanuele Crescenti, e dei sostituti Federica Paiola e Rita Barbieri che hanno coordinanto le indagini.

L’operazione, ribattezzata “Libera uscita”, è il risultato di una attività investigativa protrattasi per diversi mesi ed è stata realizzata anche con l’ausilio di telecamere collocate agli ingressi del palazzo comunale di via Crispi che hanno consentito ai finanzieri di monitorare costantemente sia la zona dove erano collocati gli strumenti per la rilevazione delle presenze del personale che gli ingressi principali.

Grazie alle videoriprese è stato accertato come una parte consistente del personale era solita assentarsi arbitrariamente dal proprio posto di lavoro, riscontrando diffuse e reiterate irregolarità attuate da cinquantanove impiegati. Si tratta del trenta per cento del totale degli impiegati in servizio che sono in tutto 190. Tra i casi più eclatanti quello di un dipendente che andava regolarmente ad allenare la sua squadra di basket durante tutto il turno di lavoro, facendosi anche timbrare il badge da altri colleghi e attribuendosi illecitamente in alcuni casi pure le ore di “straordinario”.

Le indagini delle Fiamme Gialle, con il coordinamento del Comando Provinciale di Messina, hanno consentito di scoprire più di mille ore di assenze ingiustificate. In particolare, è stato rilevato che i dipendenti pubblici denunciati, a piccoli gruppi, si mettevano d’accordo tra loro affinché uno timbrasse i badge magnetici degli altri, consentendo così ai colleghi di arrivare in ritardo, di andare via in anticipo dal posto di lavoro, ovvero di uscire per dedicarsi a faccende personali.

A supporto delle attività di videosorveglianza, sono stati effettuati ulteriori meticolosi accertamenti, quali attività di pedinamento ed osservazione, da cui è emerso che grazie ai fraudolenti sistemi adottati, qualche impiegato trascorreva gran parte dell’orario di servizio al bar mentre altri passeggiavano per le vie commerciali insieme con i colleghi effettuando acquisti.

In un’altra circostanza, un funzionario, peraltro già membro dell’ufficio per i procedimenti disciplinari del medesimo Comune, anziché essere al lavoro si recava presso un centro di terapia per effettuare una seduta di massaggi.

Le risultanze investigative, così come emerse nelle varie fasi delle indagini, sono state successivamente poste in correlazione con i turni di lavoro riportati nei prospetti mensili di ciascun dipendente, acquisiti da parte dei finanzieri milazzesi presso i competenti uffici dell’ente pubblico in questione.

I 59 impiegati, oltre che affrontare l’inchiesta penale dovranno anche essere sottoposti al procedimento disciplinare da parte dell’amministrazione comunale che, in base alle recenti disposizioni normative prevede anche il licenziamento. Inoltre saranno anche chiamati a rispondere anche del risarcimento sia del danno erariale patito dell’ente locale a seguito della mancanza in servizio che di quello d’immagine subito dall’amministrazione pubblica, in considerazione dei disservizi arrecati al buon andamento dell’ufficio.

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