Le mani su San Licandro: bloccati nel 2012 riprendono i lavori in una palazzina. Tre consiglieri chiedono chiarezza

La ditta che ha avviato i lavori è la stessa che alla Zona Falcata ha realizzato il parco meraviglioso e mirabolante accanto al distributore di GPL, e la stessa che ha realizzato la pompa di benzina di San Licandro.

Si tratta della ditta Blue Line S.r.l. che sta costrue ndo una palazzina, i cui lavori erano stati bloccati nel 2012 per dei rilievi mossi al progetto, e che oggi sono ripresi finendo al centro di una interrogazione firmata dai consiglieri della V circoscrizione Giuseppe Alessi, Franco Laimo e Francesco Mucciardi.

I tre, rivolgendosi al Sindaco Accorinti e agli assessori competenti De Cola e Pino, alla luce del cantiere avviato nelle scorse settimane sul Viale Regina Elena – rione di San Licandro, lato valle – antistate al civico 287, “per la realizzazione di un “edificio residenziale in cemento armato a sette elevazioni fuori terra oltre due pianti (cantina e parcheggio interrati)” da parte della ditta Blue Line S.r.l., giuste autorizzazioni e approvazioni rispettivamente, del Comune di Messina – concessione edilizia 88/2015 –  e del Genio Civile di Messina – nulla osta nr. 45427 del 16/03/2015 – , con previsione stimata di fine lavori 30/07/2018″,  chiedono se è tutto in regola, ovvero se sono state superate le criticità evidenziate dal precedente progetto, e che furono oggetto di approfondimento tecnico richiesto proprio dal Consiglio circoscrizionale.

Le perplessità riguardavano (e riguardano) due aspetti fondamentali: a) il rispetto delle distanze previste che la vigente normativa impone tra abitazioni e impianti di distribuzione di carburante e GPL; b) la presenza di tiranti di fondamenta dell’edificio che erano progettati al di sotto della strada comunale soprastante (Viale Regina Elena), quindi in terreno a tutti gli effetti di demanio comunale, per i quali veniva dalla ditta Blue Line S.r.l. richiesta al Dipartimento Patrimonio la concessione di occupazione suolo pubblico a 99 anni.

Cosa è cambiato rispetto al progetto bloccato nel 2012?

Lo chiedono formalmente Giuseppe Alessi, Franco Laimo e Francesco Mucciardi che interrogano le istituzioni comunali competenti per sapere se “sia cambiata o modificata a seguito dei rilievi che furono illo tempore sollevati, segnatamente per la parte delle fondamenta che riguardavano i tiranti da realizzare al di sotto della strada comunale Viale Regina Elena ovvero se tali tiranti sono ancora attualmente previsti”.

E “LADDOVE I TIRANTI FOSSERO ATTUALMENTE PREVISTI nel progetto, la formula di canone concessorio che il Dipartimento Comunale al Patrimonio abbia applicato e la relativa quantificazione, ivi specificando i criteri e le motivazioni che avessero motivato l’applicazione di tale formula concessoria.

SE IL COMUNE DI MESSINA abbia previsto, nella regolamentazione delle occupazioni del suolo pubblico cittadino, le casistiche di concessione suolo per opere non più amovibili e temporanee, bensì praticamente perenni sul suolo pubblico che sono sempre maggiormente oggetto dell’impresa edilizia e se in tali forme di regolamentazione vi siano previste differenze di quantificazione del canone di concessione con un ovvio e conseguente aggravio, attesa la concessione praticamente ad libitum del suolo pubblico, con la conseguente diminuzione del valore dell’intera comunità.

SE, INOLTRE, ritenga che sia possibile in maniera inequivoca la  vendita di appartamenti a terzi acquirenti in un edificio che abbia le fondamenta su suolo concesso dalla P.A. e non di proprietà privata o piuttosto che la previsione di simili atti di compravendita non necessitino un approfondimento da parte degli uffici legali per comprendere se il diritto di proprietà agli appartamenti sia attenuato o limitato dalla presenza di fondamenta realizzate su suolo in regime di concessione.

SE, INFINE, alla luce dei descritti interrogativi e riscontrata la delicatezza della vicenda, non ritenga opportuno procedere precauzionalmente alla sospensione della concessione edilizia al fine di fugare inequivocamente gli interrogativi oggetto della presente interrogazione”. (@Pal.Ma)

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