Il Ponte e gli ultimi arresti

Le mazzette, in questa storia, abbondano, si moltiplicano, ne spuntano dappertutto. Anche in posti dove la Guardia di finanza non immaginava di poterne trovare. Ci sono passaggi plateali di soldi sporchi, come la bustarella incassata dall’ex direttore generale di Cociv Pietro Paolo Marcheselli, ripresa da una telecamera nascosta. E altri i cui percorsi saranno tutti da provare. Durante le perquisizioni, infatti, gli investigatori hanno trovato 12mila euro in contanti nell’appartamento milanese di Ettore Pagani, numero due della stessa Cociv general contractor che cura la realizzazione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano, e responsabile del progetto per il ponte sullo stretto di Messina.

È un vero e proprio campionario della corruzione quello svelato dall’inchiesta delle Procura di Genova e Roma sulle mazzette dietro le grandi opere. E scivola quasi nel bestiario quando dalle più classiche buste piene di denaro si passa ai funzionari corrotti con le escort. Nel blitz scattato all’alba dell’altro ieri le Fiamme Gialle hanno arrestato per primo l’impresario di Montaquila (Isernia) Marciano Ricci, «amministratore di fatto della ditta “Europea 92” spa». Ricci è colui che, secondo l’accusa, per ottenere appalti corrompe un superfunzionario di Cociv, il settantenne Giulio Frulloni, portandolo «a figa» e offrendogli «amiche brasiliane».

Contrariamente a quanto spesso accade in indagini simili, nelle quali la corruzione è un’ombra proiettata perlopiù dalle telefonate, stavolta le perquisizioni hanno prodotto risultati ritenuti da chi indaga «molto interessanti», a cominciare proprio da quanto ritrovato nell’appartamento di Ettore Pagani. Dodicimila euro divisi in tre buste, due ordinarie, più un’altra che sembra quasi fatta su misura, foderata per contenere banconote. Da dove vengono quei soldi, cosa ci facevano in casa del manager? E perché custodire in casa una tasca di quel tipo?

Già direttore generale di Cociv, il consorzio di colossi privati ma con funzione pubblica cui lo Stato ha affidato i controlli sui lavori, Pagani è l’uomo che il gruppo Salini-Impregilo(azionista di maggioranza della medesima Cociv) ha messo dentro Eurolink, joint venture d’imprese già individuata come general contractor per l’eventuale realizzazione del sullo Stretto.

L’utilità dell’opera è stata recentemente rilanciata da Matteo Renzi, che l’altro ieri ha rilasciato anche alcune dichiarazioni sulla retata dell’Alta velocità: «Stiamo parlando di arresti legati a vicende del passato», le sue parole. In realtà, i fatti contenuti nell’inchiesta condotta dagli uomini del nucleo di polizia tributaria, guidati dal colonnello Maurizio Cintura, arrivano fino all’aprile scorso. Altro denaro – 19mila euro più dollari e franchi svizzeri – è saltato fuori dalle perquisizioni domiciliari agli imprenditori napoletani Antonio e Giovanni Giugliano, padre e figlio, che rappresentano la “Giugliano costruzioni Metalliche srl”, vincitrice designata della gara truccata per il tunnel genovese di Cravasco. Mentre nell’abitazione romana di Angelo Pelliccia, «responsabile gestione contratti» di Cociv, la Finanza ha sequestrato altri 19mila euro.

Il dirigente «prestanome»

Pelliccia nell’ordinanza del giudice Cinzia Perroni viene definito «un prestanome di Marcheselli». Quest’ultimo era stato sostituito (formalmente) a seguito dei controlli antimafia disposti dal prefetto di Genova Fiamma Spena: Marcheselli, però, continuava a ricoprire il ruolo di direttore generale nonostante una condanna in appello a 4 anni e 3 mesi per traffico illecito di rifiuti nell’ambito dei cantieri Tav in Toscana. Il suo allontanamento, tuttavia, è stato a lungo una farsa e Marcheselli, insistono gli inquirenti, ha continuato per un po’ «a esercitare l’effettivo potere decisionale».

Nelle ultime ore sul caso è intervenuto anche Raffaele Cantone, capo dell’Autorità anticorruzione, che non ha escluso il commissariamento di Cociv. Nonostante nel giorno della retata la società, letteralmente decapitata, si sia dichiarata «parte lesa». Una strategia comunicativa simile a quella di “Europea 92 Spa”, ditta «amministrata di fatto» dall’uomo che offriva escort a dirigenti del general contractor del Terzo Valico, e che continua a proclamarsi «estranea alla vicenda». @indice

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