Marinerie siciliane allo stremo: Nino Accetta (Federcoopesca Sicilia): “Il 16 novembre a Catania in piazza per il diritto dei pescatori alla sopravvivenza”.

Si è svolto  lo scorso 12 Novembre, a Terme Vigliatore, presso la sala del Ristorante La Lampara, presenti un centinaio di pescatori delle marinerie del Golfo di Patti e Spadafora, la tavola rotonda organizzata dal Centro Assistenza Tecnica (Cat) di Confcooperative Sicilia quale occasione per trattare e dibattere delle problematiche che rischiano ormai di mettere in ginocchio il settore della pesca.

Nino-Accetta-presidente-Federcoopesca-SiciliaPresenti – oltre i rappresentanti delle principali organizzazioni di categoria che fanno parte dell’Alleanza delle Cooperative Italiane –  il presidente di Federcoopesca Nino Accetta; il rappresentante di Agrital-Agci, Nunzio Nino Di Benedetto, l’assessore Florinda Duci, in rappresentanza del sindaco di Terme Vigliatore.

Anche alla luce della nota con cui l’Alleanza delle Cooperative Italiane giusto pochi giorni fa ha proclamato lo stato di agitazione del settore, l’assemblea riunita a Terme Vigliatore ha chiamato i pescatori e i lavoratori del mare tutti alla mobilitazione generale, dandosi appuntamento a Catania, mercoledì 16 novembre, per una grande manifestazione di protesta.

Queste le principali rivendicazioni dei lavoratori del mare:

  1. La revisione del sistema sanzionatori (collegato agricolo) che sta generando forti tensioni nelle marinerie italiane;
  2. Il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali (CIGS) poiché dal prossimo 01 gennaio 2017 il settore non potrà più contare
  3. L’immediata ripartenza alla Camera dei Deputati del “testo unificato in materia di pesca”;
  4. La revisione generale del Regolamento 1639/1968 in primis nella parte riguardante i limiti imposti alla navigazione per le ns. imbarcazioni che effettuano la pesca costiera artigianale entro le 40 miglia.
  5. Il massimo impegno affinché in ambito europeo vengano modificate le norme introdotte con il Reg. CE 1224/2009 sui controlli
  6. Il ripristino immediato della Commissione Consultiva Centrale della Pesca Marittima quale indispensabile organismo di confronto e consultazione per la categoria.
  7. La semplificazione delle pratiche amministrative e la diminuzione dei costi burocratici che gravano pesantemente sulla redditività delle imprese ittiche
  8. Di opporsi all’introduzione di un sistema di quote per il pesce spada, che metterebbero altrimenti in ginocchio la nostra flotta che vale il 50% dell’intera produzione del Mediterraneo.
  9. A rimettere in gioco il sistema di ripartizione delle quota tonno a partire dalla stagione 2017 assegnando prioritariamente al sistema quota non divisa l’eventuale ulteriore incremento del contingente italiano rispetto a quanto previsto dalla Raccomandazione International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas (Iccat) 14-04 in modo che la pesca artigianale abbia la possibilità di sfruttare una risorsa non più in crisi da alcuni anni.
  10. A rivedere i contenuti del decreto 28 luglio 2016 “misure tecniche per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale……” in particolare per quanto riguarda la coesistenza a bordo di alcuni attrezzi di cattura utilizzati dalla piccola pesca.
  11. Provvedere attraverso una intesa con le Organizzazioni di rappresentanza della pesca sportiva e ricreativa le norme sull’uso di determinati attrezzi in linea con i pareri espressi in più occasioni dal Consiglio Consultivo Regionale per il Mediterraneo (Medac).

 

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