Picchi un ragazzo ma sei un vip? Assolto

Pochi metri separano la piazza dal pub. Sono tre i bimbi che vanno verso il pub per comprare la bottiglia d’acqua e decidono, come sarà capitato a tantissimi, di fare una bravata e cioè di citofonare per scherzo a qualcuno e scappare.

Solo che citofonano alla persona sbagliata, perché la reazione che scatenano in  Antonio Lo Monaco, è bestiale. L’omone,  che al tempo segretario comunale del vicino paese di Forza D’Agrò, si precipita in strada e blocca D. M. che viene preso a ceffoni, trascinato per strada , sbattuto su un muro, contro un palo e una macchina e preso per il collo e sbattuto in aria, quasi strangolato.

La mamma racconta che il bimbo era tenuto così stretto dal collo che non riusciva nemmeno più a gridare “aiuto”: non solo, l’uomo tentò di trascinare dentro la sua casa il bambino. Provvidenziale fu l’intervento di tre passanti.

Traumatizzato e con le lacrime che scorrono a fiumi, il bimbo racconta l’accaduto alla madre, che provvede a chiamare l’ambulanza e i carabinieri. Nel frattempo Antonino Lo Monaco è risalito a casa, ma ancora sbraita dal balcone contro i bambini che hanno osato fargli lo scherzo del citofono.

L’ambulanza finisce la sua corsa al pronto soccorso dell’Ospedale San Vincenzo di Taormina, dove il bambino è immediatamente trasferito nel reparto di pediatria. Si presenta pieno di ecchimosi, graffi e ha sul collo i segni evidenti dello strangolamento: 72 ore di osservazione per lui e tutti gli esami del caso, per valutare i possibili danni fisici.

Una volta dimesso dall’Ospedale di Taormina però, le disgrazie non sono finite; perché una visita oculistica al pronto soccorso di un ospedale  fa rilevare un opercolo retinico, con successivo intervento d’urgenza con l’ausilio del laser a Catania.

Francesca Sciutteri, mamma del ragazzino, si  attendeva  giustizia. L’ineffabile Mandanici, ormai stranota per le decisioni, ha deciso che un vip non si tocca. Ah, la difesa del mostro era di Giuseppe Marino. Giudice onorario di tribunale anche lui, a Catania. (@G. Pensavalli)

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