I medici assenteisti del 118 non sono più in carcere

Hanno ottenuto i domiciliari  i due medici che prestavano servizio al 118 di Letojanni e che furono arrestati il 13 febbraio dagli agenti del Commissariato di Polizia di Taormina con l’accusa di truffa aggravata e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici Secondo le indagini della Procura di Messina si assentavano dal posto di lavoro, simulandone la loro presenza per interi turni di servizio notturno di 12 ore e provvedendo a sottoscrivere l’apposito registro, abusando dei propri uffici e utilizzando artifici e raggiri.  Antonino Corica, 53 anni di Messina, e Antonino Ferlito, 51enne di Santa Venerina (Ct), hanno lasciato il carcere di Gazzi dove erano stati rinchiusi in seguito all’arresto. Il Tribunale del Riesame ha infatti accolto il ricorso presentato dal legale di Corica mentre Ferlito è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina, Salvatore Mastroeni, e ha risposto alle domande del giudice che aveva firmato il provvedimento di custodia in carcere, ottenendo i domiciliari.

Nel frattempo proseguono le indagini, partite in seguito alle denunce di alcuni colleghi dei medici, degli agenti di Polizia diretti dal vicequestore Enzo Coccoli, che hanno già accertato condotte illecite messe in atto a partire dal 2014 e riscontrate fino all’agosto 2016, attraverso servizi di osservazione, con telecamere poste nella sede di lavoro, acquisizioni di copie dei registri di presenza dei sanitari, intercettazioni telefoniche e minuziosa attività di analisi dei tabulati delle utenze telefoniche, che hanno permesso di smascherare una sistematicità di spudorate assenze dei due medici dal posto di lavoro in contrasto con le firme presenza apposte sui registri successivamente al turno di servizio.

Ben 40 gli episodi accertati in capo a un medico e 36 quelli attribuibili all’altro. Secondo l’accusa Corica e Ferlito si “mettevano” nei turni, coprendosi a vicenda e, alternandosi, non effettuavano del tutto la notte in cui restava in servizio uno solo, accordandosi, così, dello “scarabocchio” da apporre sul registro delle presenza.

A carico dei due medici il gip ha disposto il sequestro preventivo per equivalente di somme di denaro pari a oltre 16 mila euro per l’uno e quasi 15 mila euro per l’altro, quale danno arrecato alla Pubblica Amministrazione quantificabile per ogni singolo episodio accertato.

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