Variante parziale al Prg, pubblica solo dopo il voto in consiglio: ecco perchè

“Impedire al privato di modificare lo stato della situazione conoscendo anticipatamente gli obiettivi che l’atto da approvare si pone”: basterebbe questa ratio per comprendere come l’amministrazione neghi l’accesso agli atti di pianificazione se non ai consiglieri comunali e o agli uffici che ne abbiano titolo.

Lo chiarisce i segretario generale Antonio Le Donne che ha inviato una nota alla presidenza del consiglio, ai consiglieri, ai membri della giunta e per conoscenza anche agi uffici regionali competenti in materia urbanistica.

Un atto necessario per rispondere a quanti hanno polemizzato, fino all’ordine degli ingegneri che contesta la secretazione della documentazione e chiede l’avvio di un confronto con tutti gli ordini professionali.

Il presidente dell’Ordine Santi Trovato ritiene importante evitare che si faccia passare per Variante parziale un piano che invece è molto di più e sconfina in un nuovo strumento urbanistico.

Preliminarmente è anomalo definire “Parziale” una variante che interessa l’intero territorio comunale, laddove invece dovrebbe interessare, essendo parziale, solo singole e ben definite parti del territorio- si legge nella nota indirizzata all’amministrazione comunale- Evidentemente si tratta di una mera ricognizione delle aree a rischio o di quelle in cui vi può essere una propensione al rischio (geomorfologico ed idraulico) oltre che delle zone SIC e ZPS (rete natura 2000), nelle quali si prevede una generalizzata declassifica di aree fino ad oggi edificabili, azzerando la loro potenzialità edificatoria. I volumi, per chi lo richiedesse, potranno essere sfruttati in parte (anche se tale passaggio non è chiaro), solo a seguito della redazione del nuovo PRG (da fare) o con altri strumenti esecutivi(PIAU??), mettendoli n una banca del volume (già esistente) per poi farli atterrare in altre zone della città”.

“Come tutti sanno attualmente non sussiste alcuna deliberazione in Consiglio Comunale (unico organo politico competente all’adozione del provvedmento) bensì semplicemente a proposta (n.18 del 22 febbraio 2017) che è, infatti, ancora al vaglio della competente commissione consiiare” – sottolinea Le Donne.

“Nel concordare con l’invito rivolto dal dirigente generale sulla necessità che ciascuno si attenga a “regole comportamentali consone alle Istituzioni rappresentate e alle competenze proprie”, appare più che opportuno ricordare il prudentissimo utilizzo che della documentazione deve correttamente essere fatto da chi è titolato a ricevere copia nella fase antecedente alla approvazione in consiglio”.

I consiglieri comunali, dunque, hanno la possibiità di accedere alla documentazione, conclude Le Donne, attraverso un cd che contiene tutti gli atti.

“L’accessibilità a tali elaborati non può essere assicurata neoll’immediato ad altri soggetti – conclude il direttore generale – che invece potranno prendere parte alla fase partecipativa che viene inaugurata subito dopo la apprvazione della deliberazione in Consiglio come più volte ampiamete detto in precedenza”. (@Pal.Ma)

 

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