Messinese finge di essere il pornodivo Trentalance e ricatta Justine Mattera, rischia il carcere

Rischia di dover trascorrere un anno in carcere il messinese Antony Repici, 27 anni che, dopo aver finto di essere, per diversi mesi, il pornodivo Franco Trentalance si era messo in contatto, via social network, con la showgirl Justine Mattera.

justinematteraI fatti contestati risalgono al 2012 con degli scambi solo telematici tra il finto attore e la Mattera. Il giovane, esperto di informatica, aveva appreso dalla stampa scandalistica che la soubrette e il pornodivo avevano da poco stretto un rapporto di amicizia. Così, come spiega il magistrato nell’avviso di garanzia, “creando il falso profilo Facebook ‘franco.trenta67’ e il falso profilo twitter ‘@francotrentala1’, si sostituiva illegittimamente alla persona di Franco Trentalance” e in questo modo “induceva in errore Justine Mattera, con la quale intratteneva delle conversazioni telematiche attribuendosi l’identità del predetto Franco Trentalance”.

Una volta scoperto l’inganno, Justine Mattera ha minacciato di dire tutto alla polizia, con Repici che ha controminacciato di rendere pubbliche tutte le loro conversazioni. Ma la soubrette di certo non si è spaventata ed ha effettivamente denunciato l’uomo. Il caso è stato discusso nelle scorse ore al Tribunale di Milano dov’è stata proposta per Repici una condanna a un anno di reclusione per i reati di sostituzione di persona e violenza privata.

Non è però la prima volta che il giovane messinese ha raggirato vip: nel 2011, il giovane ha utilizzato lo stesso stratagemma per mettersi in contatto con la scrittrice Irene Cao, fingendosi il ciclista Filippo Pozzato.

Tutte e 4 le parti lese si sono costituite parte civile contro l’uomo, con Trentalance che ha commentato così la vicenda della Mattera: “Justine all’inizio credeva davvero di parlare con me. Tanto che aveva chiesto anche qualche ‘consiglio’ relativo al mio lavoro, una cosa che mi accade spesso visto nella vita reale. Da un lato questa vicenda potrebbe anche far sorridere ma in realtà c’è un fatto molto grave con ricatti e furto d’identità, insomma reati gravi”.

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it