Calcioscommesse, ecco chi è accusato di combinare le partite

Sono in sei gli uomini accusati di avere combinato le partite del Messina: due libanesi,  un commerciante molto noto e suo figlio, un giocatore internazionale di Texas Hold’em che ha vinto parecchi tornei in giro per il mondo, e due calciatori. Nel fascicolo del magistrato comparirebbero i nomi del dentista libanese Khalifer Abdel Halim, detto “Abudi”, da anni residente a Messina, del libanese laureando in medicina Salah Iach, del noto commerciante cittadino Bruno Ciampi e del glio Ugo, e di un noto giocatore messinese di Texas Hold’em. E poi, oltre al nome del calciatore Arturo Di Napoli, ritenuto al centro di tutto il “giro”, nei faldoni c’è anche quello dell’attuale portiere dell’Acr Messina, Alessandro Berardi. Sono i primi nomi che emergono dall’inchiesta del sostituto procuratore Francesco Massara, il magistrato che indaga sul “fiume” di denaro e di scommesse che scorreva nel campionato di Lega Pro 2015/2016, dove si ipotizzano partite “aggiustate” nel girone C, quello dove giocava l’Acr Messina.

Ad anticipare le prime risultanze investigative Anselmo su Gazzetta del Sud, che scrive: “Sarebbe questo il gruppo che programmava tutto con riunioni “occulte”, alcune delle quali si sarebbero tenute perno negli spogliatoi dello stadio San Filippo. Sarebbe questo il “nucleo forte” del Calcioscommesse a Messina, e sono i primi nomi che emergono tra le pieghe di un’inchiesta della Procura blindatissima che è soltanto all’inizio, e che ha avuto come prologo una lunga serie di accuratissime perquisizioni della Guardia di Finanza.

In questa fase l’inchiesta è solo al suo primo step, con una contestazione ipotizzata dal sostituto Massara che va dall’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva (la legge di riferimento è la n. 401 del 1989), no alla truffa. I primi dei tanti indagati dell’inchiesta, che secondo indiscrezioni sarebbero i principali artefici delle “combine” al centro di alcune partite dello scorso campionato.

Tutti questi indagati hanno già subito nei giorni scorsi una perquisizione molto accurata non soltanto nelle proprie abitazioni o nei luoghi di lavoro, ma anche su auto e altri mezzi in uso. Con l’acquisizione, da parte dei nanzieri che lavorano da mesi all’inchiesta, anche di computer e telefonini. Tutto questo materiale è adesso in Procura accompagnato da una corposa relazione di servizio delle amme gialle. Atti che il sostituto Massara esaminerà molto presto”.

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