Ciclismo. Nibali spera di poter vedere ai nastri di partenza l’amico Fabio Aru e crede nel miracolo sportivo

La rinuncia di Fabio Aru al Giro d’Italia ha davvero scosso il mondo a due ruote. Il corridore dell’Astana aveva intenzione di riscattare le deludenti prestazioni dello scorso anno e sperava di poter essere un grande protagonista nella corsa in rosa. Ma la prima parte della stagione 2017 è stata davvero sfortunata per il sardo: si è ritirato dalla Tirreno-Adriatico a causa problemi di salute e a Sierra Nevada è caduto in allenamento procurandosi una bruttissima botta al ginocchio sinistro.

 

LaPresse/Piero Cruciatti

Tanti messaggi sono stati rivolti a Fabio Aru. Da Alessandro Vanotti , suo ex compagno di squadra all’Astana a Vincenzo Nibali, suo ex capitano ai tempi della squadra kazaka. Il corridore della Bahrain Merida non nasconde la sua amarezza nel vedere il suo amico in difficoltà. Nibali ha un cuore d’oro, ha sensibilità da vendere e sa bene cosa significhi saltare un grande impegno causa infortunio.

Il messinese alla Gazzetta dello Sport ha scritto una toccante lettera, sperando di rivedere il suo amico al Giro d’Italia, edizione numero 100: “Fabio, non perdere ancora la speranza. Non ancora. Penso ancora alla possibilità di vederti al via del Giro, venerdì 5 maggio ad Alghero. Io e te siamo i due corridori italiani di riferimento per i grandi giri, e dalla tua assenza in Sardegna ci perdono tutti. In cuor mio, spero che qualcosa possa succedere alla fine di questi giorni di riposo che il professor Combi ti ha prescritto. Mi dispiace tantissimo per quello che ti è accaduto. So che cosa significa preparare per mesi un obiettivo, so quanto sia speciale il Giro d’Italia che passa per la propria terra. In particolare per noi, che siamo isolani, e non abbiamo questa possibilità tutti gli anni. Fabio, non ti arrendere anche se tutto sembra perduto. Forza! I miracoli, a volte, accadono. E io mi auguro ancora di vederti al via del Giro 100″.

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“Ma un piccolo spazio per un ripensamento spero ci sia. Tutti sanno che cosa è successo e nessuno ti chiederebbe di essere al via al cento per cento. Si potrebbe provare, e se vedessi che proprio non è possibile, lasceresti la corsa. Oppure chissà, magari le cose potrebbero migliorare e potresti andare in crescendo di forma per pensare di toglierti qualche soddisfazione nella terza settimana. Ma a prescindere da questo, il Giro ti potrebbe servire per fare del lavoro importante in vista del Tour. E per il futuro. Con quello che ti è capitato, chi ti potrebbe biasimare. Ovvio, se fosse andato tutto bene, saresti stato un sicuro pretendente alla maglia rosa: so quanto tu sia forte e determinato”.

 

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