Salvini a Messina, quando il no all’hotspot è solo questione di razzismo

In campagna elettorale, si sa, non si butta via niente. Come per il porco. Ecco perchè stupisce, ma non così tanto, che anche a Messina possa spuntare il movimento (perchè ormai parlare di partiti fa paura a chiunque) “Noi con Salvini di Messina”.

L’annuncio scuote gli osservatori politici e la sensibilità di molti, vista la ben conosciuta avversione per i meridionali su cui si è fondato il partito leghista e che ha provocato tensioni recentemente a Napoli: “Matteo Salvini, accompagnato dall’onorevole, Angelo Attaguile, Maria Luciana Verdiglione, responsabile NCS Messina, da. Fabrizio Trifilò e da Francesco Fazio, alle 13, al Palacultura di Messina terrà la conferenza stampa. Saranno presenti anche  Fabio Cantarella, il giornalista Luigi Stancanelli, Nino Beninati e Francesco Riggio”.

Secondo programma, il leader leghista il 20 aprile sarà di mattina davanti all’ex caserma dell’esercito Gasparro nel quartiere Bisconte, insieme a tutti i militanti della Provincia, per dire NO al piu’ grande centro di raccolta richiedenti asilo.

Un no ben diverso da chi pensa che ci siano alternative più umane e dignitose per i migranti, ma che si fonda piuttosto su quell’odio sociale e quel rigurgito razzista che caratterizza il populismo di quest’area politica.

Cosa fare? Ignorarlo politicamente non si può (è stato eletto, e nostro malgrado è espressione di una fascia di popolazione che piuttosto bisognerebbe alleggerire delle tante menzogne che quotidianamente vengono assorbite attraverso i grandi mass media, che veicolano paura e  rabbia sulla questione dei profughi).

Ignorarlo fisicamente, forse: ovvero non presenziare ai suoi comizi. Ma la tv produce vip tra gli sconosciuti, figuramoci se non ci sarà qualcuno pronto a farsi un selfie con questo provocatore di professione che, pur di racimolare consensi elettorali oltre la linea padana, dimentica anni di insulti ai meridionali e rivolge le sue “lusinghe” ai razzisti geograficamente più distribuiti nello stivale.

Vorremmo credere che nella dialettica politica ci sia spazio per contrastare a gran voce Salvini e l’idea di stato che porta avanti, in netto contrasto con gli imperativi costituzionali, che poi sono i principi che gli consentono ancora di esprime farloccherie e bufale, malgradotutto.

Purtroppo usare la piazza come scudo, in ogni caso, è pericoloso. E a pensare alla “massa” ci viene in mente Sciascia che ebbe a scrivere: Massa. Far massa. In elettricità, mi pare, non è niente di buono. (@Pal.Ma)

 

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