Ma che succede alla Banca Agricola Popolare di Ragusa?

Giovanni Cartia, presidente del Cda della Banca Agricola Popolare di Ragusa, è stato rassicurante. All’assemblea degli azionisti tenutasi all’ex cinema Duemila di Ragusa dinanzi ai 2 mila 187 presenti Cartia ha parlato, tra le altre cose, delle azioni della Bapr, che, nel corso dell’ultimo anno, sono state oggetto di discussione per l’impossibilità da parte della Banca di soddisfare tutte le richieste di vendita avanzate dai detentori delle azioni. Giovanni Cartia ha innanzitutto ricordato che il caso non è solo della Popolare di Ragusa, ma riguarda tutte le banche popolari italiane perché dal 2016 è entrata in vigore una normativa europea che impone alle banche popolari di non potere vendere azioni al di sopra della quota del 2 per cento stabilita. Cartia si è detto rammaricato per illazioni e «rumours» dai toni allarmistici. A Vittoria è stato anche costituito un comitato che ha reclamato la vendita delle azioni detenute senza “se” e senza “ma”.

Proprio con questo comitato il presidente ha chiarito la vicenda e ha ribadito l’obbligo da parte della banca di attenersi alla normativa europea, rassicurando che in futuro saranno privilegiati per la vendita gli anziani e i disabili. Dal primo gennaio prossimo, tuttavia, potrebbe essere più facile collocare le azioni da parte di chi volesse vendere, perché sarà costituito un fondo nazionale dove convergeranno tutte le azioni delle Popolari italiane. In quella sede le azioni più appetibili, come quelle della Bapr, una ta le banche più solide a livello nazionale, potrebbero essere più richieste e e quindi si creerebbero ampie possibilità per la collocazione.

Il fondo prevede un’oscillazione tra l’8 e il 10 per cento massimo sul valore della singola azione. Il presidente Cartia ha infine comunicato all’assemblea che la Banca cercherà di soddisfare le richieste di vendita di piccoli pacchetti di azioni per accontentare così una platea quanto più ampia possibile in tempi ragionevoli. (@G.Pensavalli)

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