“Messaggi di odio indiscriminato”: l’Ordine dei Giornalisti contro Libero e Il Tempo

Quei titoli violano la deontologia dell’Ordine. E l’Ordine dei giornalisti emette una condanna anche a seguito della presa di posizione delle Associazioni “Articolo 21”, “A mano disarmata”,“Progetto diritti”, la “Rete Nobavaglio” che agli inizi di settembre hanno dato mandato ai loro legali di studiare la possibile presentazione di un esposto-denuncia alla magistratura contro i quotidiani Libero e il Tempo per violazione della legge 25 giugno 1993, n. 205 che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista, e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali; nonché per violazione dell’articolo 658 del Codice Penale (procurato allarme).

“I titoli di prima pagine di Libero e de Il Tempo sulla tragica morte per malaria della bimba trentina rievocano certa “caccia all’untore” di manzoniana memoria e non fanno certo onore alla nostra professione di giornalisti. –si legge in una nota diffusa dall’Ordine.
Il ricorso a titoli sensazionalistici e privi di riscontri oggettivi nei confronti di persone straniere, oltre a minare la credibilità dell’informazione, viola il testo unico dei doveri del giornalisti, in particolare in materia di diffusione di notizie sanitarie, ingenerando nell’opinione pubblica timori infondati. Le generalizzazioni finalizzate ad incitare sentimenti di odio e di risentimento per motivi razziali contrastano, al di là dell’etica e delle regole professionali, con la missione primaria del giornalismo che deve saper costruire la fiducia dei lettori rispettando sempre la verità sostanziale dei fatti e la tutela delle personalità altrui. La libertà di espressione ed il rispetto dell’art. 21 della Costituzione non possono essere invocati per far passare messaggi di odio indiscriminato in una supposta interpretazione dei sentimenti dell’opinione pubblica che invece deve poter ricevere un’ informazione corretta e scevra da suggestioni infondate.”

 

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